“Campi, vigneti, frutteti, orti, pascoli, sono devastati dalla presenza di animali selvatici. Greggi e allevamenti sotto attacco. Nutrie, gazze, corvi e cinghiali distruggono le produzioni alimentari, sterminano i raccolti, causano incidenti stradali con morti e feriti, si spingono fino all’interno dei centri urbani mettendo in pericolo la salute e la sicurezza delle persone. In Veneto i danni ammontano a milioni di euro – spiega il presidente di Coldiretti Veneto Carlo Salvan – dalle colture al sistema idrogeologico i rischi non sono solo per gli agricoltori, ma anche per la salute, l’incolumità dei cittadini e la sicurezza idrica del territorio”. Gli agricoltori dicono “STOP” alla fauna selvatica con una manifestazione che si è tenuta oggi, 25 luglio a Mestre davanti al palazzo de ‘Il Gazzettino’ che ospita gli uffici della Regione Veneto.
1.500 i soci da tutte le province del Veneto si sono radunati per ribadire alla Regione come siano essenziali strumenti e risposte per contrastare la proliferazione di specie non autoctone. “Dopo gli incontri territoriali con la base sociale di questi mesi e la presentazione di un documento di proposte al Presidente Zaia, vogliamo alzare l’attenzione sulle proposte che abbiamo elaborato per contrastare in modo efficace la fauna selvatica. Le linee operative, recentemente adottate dalla Regione del Veneto relativamente al Priu sono per noi una prima risposta – continua Salvan – ma è solo un inizio. Auspichiamo da parte della Regione di accogliere in pieno le nostre proposte: gli strumenti oggi a disposizione sono insufficienti, come nel caso delle nutrie vero flagello per il nostro territorio. Diventa strategico, nella lotta ai selvatici, che ogni anno siano stanziate risorse per incentivare i soggetti abilitati all’attività di controllo, selezione e abbattimento, senza trascurare poi il tema del risarcimento dei danni”.
Le parole di Coldiretti Verona.
“Ci vuole un cambio di atteggiamento – è intervenuto anche il presidente di Coldiretti Verona, Alex Vantini – da parte delle istituzioni con una dotazione finanziaria e normativa proporzionata alla portata del problema che permetta interventi più semplici e ristori adeguati alle aziende che quotidianamente subiscono perdite. Dobbiamo però ricordare che non è solo un problema delle imprese agricole ma è una minaccia che ricade anche sulle famiglie e sulle imprese. Insomma un problema sociale che ha ricadute sul tutto il nostro territorio, soprattutto nelle aree interne del nostro Paese”.
Nel veronese la problematica dei selvatici è molto estesa e, vista la preoccupante diffusione delle specie, comprende tutto il territorio: il lupo in Lessinia e sul Baldo dove le predazioni sono all’ordine del giorno, alle nutrie a causa delle quali sono innumerevoli i danni soprattutto alla rete idraulica, i colombi in pianura, i cinghiali che oramai si trovano un po’ ovunque. I danni provocati da questi ultimi stanno esasperando particolarmente gli agricoltori per le forti ripercussioni causate sui campi: distruzione delle produzioni come uva, mais, cereali e ortaggi e rottura del cotico erboso su prati e pascoli hanno provocato solo in Veneto danni per oltre un milione di euro secondo i dati di Avepa, ma c’è da ritenere che questa incidenza sia in continuo aumento rappresentando al momento attuale circa la metà dei danni da fauna selvatica in Veneto.
I cinghiali inoltre causano più incidenti stradali rispetto agli altri ungulati come capriolo e cervo. In Veneto i danni periziali legati ad incidenti causati dal suide superano i 100mila euro all’anno, con una media di danno per singolo incidente superiore a mille euro. Inoltre la sua presenza va a discapito degli ecosistemi locali e della biodiversità: il cinghiale è infatti in grado di adattarsi a qualsiasi territorio, anche urbanizzato, soverchiando le altre specie animali selvatiche causandone la progressiva sparizione senza dimenticare la problematica legata alla Peste Suina Africana che potrebbe compromettere l’intera filiera suinicola regionale.