Il ciclone Super League spacca il calcio, cosa cambia per l’Hellas

Ciclone Super League, le conseguenze per l’Hellas Verona.

Atalanta prima in classifica, con 4 punti di vantaggio sul Napoli. Hellas al sesto posto, in piena zona Europa League. Ecco come sarebbe la classifica della serie A se le tre squadre italiane che risultano tra i 12 club fondatori della Super League (diventeranno 15, alla fine), ovvero Inter, Milan e Juventus venissero estromesse dalla serie A, come minacciato dalla Lega e dalla stessa Uefa. Ma sarebbe una serie A, per così dire, di serie B.

In mattinata era circolata la voce che anche l’Hellas Verona, attraverso il presidente Maurizio Setti, avesse chiesto l’esclusione dal campionato delle tre squadre. Voce smentita ufficialmente dallo stesso club giallobù: “Rispetto a quanto riportato oggi da un quotidiano nazionale, Hellas Verona FC precisa di non aver fatto alcuna richiesta di estromissione di altri Club da qualsivoglia competizione e – contestualmente – di non aver preso posizione nel Consiglio di ieri della Lega Serie A, riservandosi di fare le proprie valutazioni a tempo debito”.

Resta il fatto che con l’eventuale esclusione delle principali squadre continentali, ovvero Liverpool, Manchester City, Chelsea, Arsenal, Tottenham, Manchester United (della Premier League inglese) Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid (della Liga spagnola), Juventus, Inter e Milan dalla serie A e probabilmente Bayern Monaco e Borussia Dortmund dalla Bundesliga e forse Paris Saint Germain dalla Francia, il fascino di tutte le altre competizioni europee subirebbe un colpo decisivo.

Gli stessi campionati nazionali rischierebbero di diventare poco più di tornei amatoriali, mentre tutta l’attenzione mediatica (e i relativi sponsor) sarebbero dirottati sulla nuova competizione, moltiplicando il divario, soprattutto economico, tra le 15 squadre e tutte le altre. Perchè la principale differenza con le attuali competizioni europee per club sarebbe proprio il criterio di ingresso: alla Super League parteciperebbero di diritto 15 squadre, mentre solo altre 5 sarebbero decise in base al merito sportivo della stagione precedente.

Per i romantici del calcio, una mazzata, che vedrebbe drasticamente ridursi la possibilità di veder salire alla ribalta squadre diverse dalle magnifiche 15. Per chi è favorevole, invece, un passo avanti verso il futuro, con gli esempi del basket Nba a stelle e strisce, ma anche dell’Eurolega, senza parlare del Sei Nazioni di rugby, a fare da guida.

E poi, che ne sarebbe degli altri tornei europei, Champions League, Europa League e la neonata Conference League? Mistero. Per ora, restano le minacce di esclusione che piovono un po’ da tutte le parti nei confronti delle squadre secessioniste. E anche per le altre, se le cose andranno in quella direzione, molte cose cambieranno.

Come funziona la Super League.

Venti squadre in totale, divise in 2 gironi da 10. Con gare da giocare in mezzo alla settimana, proprio come le attuali coppe europee. Ma con più partite. Nella Super League tutte le squadre partecipanti giocherebbero un minimo di 18 partite e un massimo di 25 per chi arriva in finale. Alla fase a due gironi seguirebbe una fase a eliminazione diretta tra le prime tre classificate di ciascun girone e un playoff fra le quarte e le quinte dei due gironi.

In seguito ci sarebbe una fase a eliminazione diretta fra le otto squadre rimaste, con quarti di finale, semifinali e una finale in gara secca che si giocherebbe probabilmente a maggio, più o meno come l’attuale finale di Champions League.

Fondamentale anche l’aspetto gestionale: la Super League non sarà gestita dall’Uefa ma direttamente dai club che ne fanno parte. Il presidente designato dovrebbe essere Florentino Perez, presidente del Real Madrid, mentre tra i vice ci sarà Andrea Agnelli, presidente della Juventus e tra i principali promotori del progetto.

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