A Soave la mostra fotografica sulla Shoah con protagoniste le donne: “Abbiamo voluto celebrare in maniera più profonda rispetto al passato”.
Un’iniziativa che racconta l’Olocausto attraverso gli occhi delle donne: è la mostra “Punti di luce: essere una donna nella Shoah”, che ha preso il via venerdì 20 gennaio nella Chiesa dei padri domenicani di Soave e rimarrà aperta tutti i giorni fino a lunedì 30 gennaio, con orario di apertura al pubblico dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 17.30.
Negli spazi dedicati alla mostra si potranno visitare, ad ingresso libero, trenta pannelli con foto che descrivono la vita di alcune internate che, a vario titolo, hanno lasciato una testimonianza, anche postuma, dell’orrore subito. Si tratta di un adattamento della mostra “Spots of lighs“, allestita allo Yad Vashem, il museo della Shoah di Gerusalemme.
“Una chiave di lettura inedita”.
“Ad accompagnare le immagini di queste storie di donne”, spiega la consigliera alle pari opportunità Maura Calzolari, “verrà proiettato un filmato che ripercorre lo strazio di tanti bambini, anziani e donne deportati prima nei ghetti e poi nei lager e da questi campi di sterminio non hanno più fatto ritorno. Il punto focale di questo allestimento di foto originali è la donna, che già aveva un ruolo secondario all’epoca, tanto più nel mondo al rovescio del regime nazista, che ha usato le donne come schiave per fare bombe ed armamenti, sfruttate per le soddisfazioni sessuali e per gli esperimenti genetici dei gerarchi nazisti. Milioni di donne umiliate, sfruttate e perseguitate con l’avvento del terzo reich e delle quali vogliamo onorare la memoria”.
“Questa mostra permette di riflettere sui fatti acceduti attraverso una chiave di lettura inedita“, aggiunge il sindaco Matteo Pressi. “È un valore aggiunto in vista della Giornata della memoria che abbiamo voluto celebrare in maniera più profonda rispetto al passato”.