Lo Spi Cgil Verona: “Più trasparenza nella sanità. Sulla carta performance al top, ma l’esperienza-utente è spesso disastrosa”.
Le performance della sanità veronese, vedi liste d’attesa, risultano essere sempre al top sulla carta, ma poi quando i cittadini cercano di accedere ai servizi vanno quasi sempre incontro a problemi e tempi lunghissimi.
Lo dice Spi Cgil Verona- il sindacato dei pensionati della Cgil-che, intervenuto sulla questione su sollecitazione di tante pensionate e pensionati, annuncia che c’è assoluto bisogno di più trasparenza. Il sindacato chiede che siano rese accessibili al pubblico le agende di prenotazione delle strutture sanitarie pubbliche (con l’indicazione del numero di prestazioni giornaliere effettuate e dei giorni alla settimana nei quali viene svolto il servizio), ben al di là delle statistiche che vengono pubblicate nell’area Trasparenza del sito dell’Ulss.
Liste d’attesa chiuse, bloccate o sospese.
“Scorrendo le performance dei poliambilatori dell’Ulss 9 che erogano prestazioni di specialistica ambulatoriale, si può notare come la grande maggioranza di visite, esami o interventi effettuati a Verona risultano rispettare al 100% i tempi di attesa prefissati, presentando inoltre tempi medi di erogazione quasi sempre conformi alla classe di priorità assegnata dal medico curante a 10 o 30 o a 90 giorni”, sostiene il sindacato.
“Tale circostanza, che si ritrova nelle performance di gennaio così come in quelle di tutti gli altri mesi, cozza tuttavia contro quella che è la reale “esperienza utente” per tantissimi cittadini, che dovendo prenotare una visita con regolare prescrizione medica, molto spesso non riescono a trovare un posto disponibile.
Questo significa che l’agenda di prenotazione è stata chiusa o temporaneamente sospesa, nonostante sia vietato dalla legge. La sanità veneta ha fatto però un passo ulteriore istituendo le cosiddette liste di galleggiamento: le prestazioni “in galleggiamento e sospese al 01.01.2022” sono nel Veneto 202.742 mila, a cui vanno aggiunti 42.058 interventi chirurgici da effettuare in regime ambulatoriale ancora da prenotare per un totale di circa 250 mila mila prestazioni”.
Un diritto di ogni cittadino.
In queste condizioni l’attuale sistema di rendicontazione delle performance e delle liste di attesa della sanità veronese è del tutto inutile o superfluo in quanto conteggia di fatto soltanto le prestazioni che riesce ad erogare, una modalità che non si confronta con la dimensione del bisogno e della domanda reale.
“Anche i cittadini, singolarmente e collettivamente, possono fare molto, cominciando dal rivendicare il diritto di ricevere cure adeguate e tempestive – fa notare la nota del sindacato -. Ciascun assistito ha il diritto di prendere la linea con il Cup e di terminare la telefonata ricevendo una data di prenotazione compatibile con la classe di priorità indicata nella prescrizione medica.
Quando questo non accade, e qualora si sia in grado di documentare i passaggi fatti, esistono delle modalità di “messa in mora” dell’istituzione sanitaria inadempiente che può portare ad ottenere il rimborso della prestazione sanitaria che alla fine si è dovuto sostenere di tasca propria presso una struttura privata, a pagamento, oppure a pretendere di essere assegnati ad una struttura privata a spese del Servizio sanitario nazionale”.