Il vino potrebbe ridurre i lipidi “nemici” del cuore: a breve un Dottorato di ricerca dell’ospedale di Negrar con l’Università di Verona.
Uno studio sugli effetti protettivi del vino sul cuore, per svelare cosa si nasconde dietro il meccanismo che agisce su particolari lipidi nel sangue: è l’obiettivo del nuovo Dottorato di ricerca in medicina biomolecolare, annunciato dai ricercatori dell’ospedale Sacro cuore di Negrar in occasione del Vinitaly. Nato dalla collaborazione con l’Università di Verona, lo studio, che avrà inizio a breve, intende dimostrare che l’assunzione lieve–moderata di vino può avere effetti cardiovascolari benefici agendo sulla riduzione delle ceramidi, acidi grassi presenti in quantità elevata nel sangue dei pazienti colpiti più volte da eventi ischemici come l’infarto cardiaco.
Le ceramidi sono oggetto di ricerca da parte del “Sacro Cuore” e dell’Università scaligera dal 2018 grazie all’utilizzo da parte del laboratorio di Negrar di metodiche di analisi biochimica disponibili in pochi centri al mondo. Gli studi pubblicati dal gruppo sulle prestigiose riviste internazionali Arteriosclerosis, Thrombosis, and Vascular Biology e Metabolism Clinical and Experimental hanno dimostrato che le ceramidi tendono ad aumentare il rischio di malattia coronarica e di recidiva di eventi cardiaci come l’infarto, anche in soggetti trattati farmacologicamente in modo ottimale per la riduzione del colesterolo “cattivo”.
Il vino potrebbe ridurre la deposizione di colesterolo “cattivo”.
Il Dottorato in medicina biomolecolare, presieduto da Massimo Donadelli, professore ordinario di biochimica dell’ateneo veronese, coinvolge per il Sacro cuore Stefano Bonapace, cardiologo, Gianluigi Lunardi, farmacologo clinico, e Antonio Conti, direttore del laboratorio di chimica clinica.
“I benefici del consumo lieve-moderato di vino (12 grammi di alcol al giorno nella donna e 25 grammi nell’uomo, corrispondenti rispettivamente ad uno o due bicchieri da 125 ml) sono stati ampiamenti dimostrati, in particolare l’assunzione di vino rosso è stata correlata a un minor rischio di malattia coronarica”, spiega il dottor Bonapace.
“Peraltro, non vi sono dati sul possibile effetto del vino sulle ceramidi, che sembrano avere un ruolo di “facilitatori” nel processo di aterogenesi favorendo con vari meccanismi la deposizione del colesterolo “cattivo” LDL nella parete delle arterie causandone così la progressiva ostruzione. Lo studio mira proprio a cercare di chiarire attraverso un’assunzione controllata in modo sperimentale di una certa quantità di vino, se parte dell’effetto benefico di questa popolare bevanda sul sistema cardiovascolare possa passare anche attraverso la modificazione nel sangue di queste ceramidi che, in prospettiva, potrebbero diventare un nuovo target terapeutico”.