Goletta Verde sulle coste del Veneto: buoni i risultati, ma manca l’informazione ai bagnanti sulla qualità delle acque.
Goletta Verde di Legambiente e le analisi microbiologiche lungo le coste del Veneto: undici i punti esaminati dai volontari e dalle volontarie nella giornata del 19 luglio, di cui tre i campioni prelevati a mare, sette presso foci e canali e un punto campionato nella laguna del Mort.
“Investimenti efficaci ma non dobbiamo abbassare la guardia”, ha commentato Legambiente, “la depurazione e relativa impiantistica va seguita costantemente. La siccità avrebbe potuto evitare situazioni di sofferenza per le infrastrutture. Nota dolente, l’assenza di informazioni sulle acque ai bagnanti. Esistono altri problemi, come la pesca illegale. Il rapporto Mare Monstrum 2022 fa emergere un alto tasso di sequestri di prodotti ittici e reati lungo le coste. Qui la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.
Quest’anno la Goletta Verde, insieme alla tutela della biodiversità, mette in evidenza la lotta alla crisi climatica, il rafforzamento del sistema delle aree protette e la promozione delle rinnovabili, a partire dall’eolico offshore.
Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde
I campionamenti di Goletta Verde integrano il lavoro svolto dalle autorità competenti. Se, infatti, i dati di Arpa sono gli unici che determinano la balneabilità di un tratto di costa a seguito di ripetute analisi nel periodo estivo, le analisi di Goletta Verde hanno invece un altro obiettivo che è quello di andare ad individuare le criticità dovute ad una cattiva depurazione dei reflui in specifici punti, come foci, canali e corsi d’acqua, il principale veicolo con cui l’inquinamento, generato da un’insufficiente depurazione, arriva in mare.
Degli undici punti campionati: otto campionamenti eseguiti in provincia di Venezia (tre punti nel comune di Caorle, due punti al comune di Cavallino Treporti, e uno rispettivamente nei comuni di Chioggia, Eraclea e Jesolo) e tre in provincia di Rovigo (due nel comune di Porto Tolle e uno a Rosolina).
Tutti entro i limiti di legge i campioni analizzati secondo il giudizio di Goletta Verde.
Nota dolente, in Veneto così come in diverse altre regioni italiane, l’informazione sulla qualità delle acque ai bagnanti in quanto in nessuno degli undici punti monitorati è stata riscontrata la presenza della cartellonistica che indica i valori della qualità delle acque, ormai obbligatorio per legge da diversi anni. Inoltre, solo in due delle sette foci monitorate era presente il cartello di divieto di balneazione.
Il rapporto Mare Monstrum.
“I dati sul monitoraggio delle acque delle coste venete, effettuata dagli attivisti e le attiviste di Goletta Verde, non è altro che la cartina tornasole del buon lavoro svolto in termini di depurazione lungo il litorale e nella bassa pianura”, è il commento di Maurizio Billotto, vicepresidente Legambiente Veneto.
“Quindi investimenti efficaci, ma questi parametri tutti entro i limiti ci fanno pensare che la grande siccità di questo periodo ha evitato che emergessero le criticità relative alla scarsa depurazione in diversi comuni della Pedemontana e della media pianura veneta. Il mare veneto, però, ha anche altri problemi come evidenziato dal rapporto Mare Monstrum, come la pesca illegale. Il nostro territorio è risultato quinto per quantità di prodotti ittici sequestrati e al terzo posto per illeciti accertati per chilometri di costa. Non dobbiamo trascurare il tema della biodiversità; la tutela di specie e habitat ha anch’essa positive ripercussioni nel settore del turismo”. I dati emergono dalla 23esima edizione del rapporto Mare Monstrum, elaborato dall’Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente su dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto.