I residenti della zona arancione potranno verificare il dosaggio di Pfas nel sangue in compartecipazione della spesa con la Regione Veneto.
I residenti nei Comuni dell’area arancione- cioè quella interessata dalla contaminazione da PFAS delle acque sotterranee, ma che ha ricevuto acqua non contaminata attraverso gli acquedotti- potranno ora verificare, grazie ad un provvedimento della Regione Veneto, il dosaggio delle sostanze nel sangue.
Chi vorrà, potrà recarsi volontariamente presso il laboratorio autorizzato di ARPAV. Il costo si aggira intorno ai 130 euro, ma si potrà usufruire delle prestazioni in regime di compartecipazione alla spesa ad un prezzo calmierato di 90 euro.
“Laddove gli esiti dei dosaggi effettuati volontariamente dai cittadini rilevino valori sierici di PFAS superiori ai limiti di riferimento, gli interessati potranno effettuare gratuitamente gli esami ematochimici previsti dalle disposizioni contenute nella medesima deliberazione. Per coloro che dovessero presentare valori significativi di bioaccumulo di PFAS ed esami ematochimici con valori alterati, essi potranno eseguire gratuitamente attraverso il medico di medicina generale il programma di presa in carico sanitaria”.
Le misure adottate dalla Regione.
La Regione Veneto ha messo in atto delle precise misure per “ridurre l’eventuale rischio derivante da un uso a scopo potabile di pozzi privati da parte della cittadinanza nei Comuni delle province interessate dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS).
È stata prevista, inoltre, per l’area arancione una valutazione del rischio relativamente all’esposizione alimentare, con eventuale presa in carico della popolazione qualora dovessero emergere elementi di rischio espositivo di bioaccumulo. Le attività del piano di sorveglianza degli alimenti sono attualmente in fase di esecuzione.
Infine, è stato avviato uno studio sulla popolazione di Trissino in quanto interessato dalla presenza della sede della Ditta Rimar prima e Miteni poi e in parte anch’esso ricompreso nell’area arancione. Lo studio al momento ha prodotto dati confortanti circa la presenza i PFAS nel sangue dei residenti che risultano ben al di sotto dei livelli presenti nei residenti dell’area rossa, paragonabili al resto della popolazione regionale e nazionale”.