Nuovo protocollo per accogliere le persone positive al Coronavirus sprovviste di una casa dove rimanere in quarantena, che ha una forte caratterizzazione di prevenzione.
E’ questa la principale novità dell’accordo sottoscritto ieri tra Comune, Prefettura, Ulss9 Scaligera, Diocesi di Verona e Università.
Nella due strutture di accoglienza, per gli uomini dai frati di San Bernardino e per le donne al Tempio Votivo, trovano ospitalità persone prive di soluzioni alloggiative autonome, che devono osservare le misure della quarantena obbligatoria.
L’assegnazione dei posti, in caso di positività al virus, viene gestita dallo Sportello Unico Accoglienza. E’ inoltre una soluzione anche per i detenuti che escono dal carcere e che si trovano in un temporaneo stato di difficoltà.
Servizio di controllo e tamponi
L’attività di monitoraggio sanitario viene svolta dall’Ulss9 negli spazi allestiti al Tempio Votivo. Accedono al servizio le persone inviate con apposita documentazione dallo Sportello Unico Accoglienza. Per ogni richiedente, il servizio di vigilanza e controllo medico ambulatoriale apre una cartella, che viene poi inviata e conservata nella struttura di accoglienza ospitante. Tutti i richiedenti aiuto vengono sottoposti a tampone rapido e molecolare, che ne consente l’accertamento dello stato di salute prima dell’accoglienza in uno dei centri abilitati. Il servizio di screening è condotto e coordinato dall’Università di Verona, tramite il proprio personale sanitario.
Il medico dell’Ulss9, a conclusione della visita ed in caso di esito positivo, certifica che il richiedente può essere accolto in ambiente comunitario. Il medico provvede inoltre alla segnalazione al Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 9 nel caso in cui, per il sospetto di malattie contagiose, sia necessaria una profilassi o un trattamento, ed eventuali ulteriori accertamenti o provvedimenti necessari ai fini della tutela della salute della persona.
L’accordo, valido fino al termine dello stato di emergenza, individua i soggetti attuatori e i rispettivi interventi.
Il Comune, attraverso i Servizi sociali, provvede alla fornitura dei pasti, alla pulizia e sanificazione dei locali della struttura; la Diocesi mette a disposizione gratuitamente le strutture, attrezzate con posti letto e ritenute idonea per assolvere alla funzione richiesta; l’Ulss9 effettua i controlli sanitari, garantisce il trasporto in sicurezza degli ospiti ai fini dell’inserimento nella struttura e si impegna a individuare altra idonea collocazione del beneficiario in caso di sviluppo di sintomatologia durante il periodo di ospitalità; l’Università si occupa del servizio di screening; la Prefettura garantisce il coordinamento dell’attività di ospitalità.
Il documento è stato firmato ieri in municipio dal sindaco Federico Sboarina, dal Prefetto Donato Giovanni Cafagna, da Raffaele Grottola per l’Ulss9, dalla prorettrice Donata Gottardi per l’Università di Verona e dal vescovo mons. Giuseppe Zenti in rappresentanza della Caritas Diocesana di Verona. Presenti anche l’assessore ai Servizi sociali Daniela Maellare e il direttore Caritas don Gino Zampieri.
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