A San Zeno la Festa del marrone e della castagna: “Un patrimonio che si identifica con il territorio. Buona annata con raccolta in anticipo”.
Il marrone di San Zeno festeggia 20 anni di Dop: la denominazione di origine protetta è stata infatti registrata nel 2003 e nello stesso anno si è costituito il Consorzio di tutela che riunisce oggi oltre 30 aziende che producono il marrone Dop. Produttori che saranno riuniti, il 21 e il 22, il 28, 29 e 31 ottobre, e il 4 e 5 novembre, alla 20esima edizione della Festa del marrone di San Zeno Dop, e alla Festa delle castagne – Mostra mercato dei marroni – che ha raggiunto il 51° anniversario.
Fitto il programma degli appuntamenti che per tre fine settimana, darà ai partecipanti la possibilità di acquistare i Marroni direttamente dai produttori in retine chiuse con apposito sigillo, degustarli arrosto o lessati oppure come ingrediente principale di piatti tipici accompagnati dalla birra alle castagne e dai vini locali. Non mancherà il minestrone di marroni, ricetta tradizionale a base di verdura, fagioli e marroni.
“Abbiamo intenzione”, commenta il presidente del Consorzio del marrone di San Zeno Simone Campagnari, “di confermare i listini prezzi dello scorso anno, ovvero dai circa 5 ai 7,5 euro il chilo al consumo e puntiamo a esaurire gran parte della nostra produzione durante le giornate di festa. Siamo molto orgogliosi di tagliare il traguardo dei 20 anni della Dop con il nostro prodotto che ha una antica tradizione e continua ad essere apprezzato e ricercato proprio qui dove si coltiva. L’attività del Consorzio e dei produttori negli anni è stata, tra le altre, quella di recuperare piante di notevole importanza storica e colturale che possono contare più di 400 anni“.
Una stagione positiva in vista.
Le stime di produzione sono stabili intorno ai 300 quintali, gran parte dei quali biologici. Il marrone è coltivato su 200 ettari (1000 ettari totali) situati dai 250 ai 900 metri s.l.m. nella zona fra il Lago di Garda e il Monte Baldo, in provincia di Verona nei comuni di Brentino Belluno, Brenzone, Caprino Veronese, Costermano, Ferrara di Monte Baldo e, naturalmente, San Zeno di Montagna. Tutti comuni compresi nella zona dell’unione montana del Baldo-Garda, conosciuta fin dal passato come “Hortus Europae” – Giardino d’Europa.
“Quest’anno”, prosegue Campagnari, “la stagione si prospetta positiva sia per qualità che quantità, nonostante la siccità a partire dalla metà di agosto. La raccolta è iniziata in questi giorni in anticipo: si tratta ormai di un fenomeno che si sta ripetendo da qualche anno per i cambiamenti climatici. Le prossime azioni del Consorzio sono volte a creare un magazzino per il confezionamento e sviluppare prodotti derivanti dai marroni. La birra alle castagne, ad esempio, in vendita da qualche anno, piace sempre molto”.
Nella comunità montana del Monte Baldo la castanicoltura ha rappresentato nei secoli passati una risorsa economica importante con i primi riferimenti storici sulla coltivazione del castagno che risalgono al Medioevo.
Il valore immateriale della denominazione.
Il marrone è la terza Dop nella provincia di Verona oltre all’olio veneto Valpolicella e Garda e al formaggio Monte Veronese.
“La Denominazione d’origine protetta Marrone di San Zeno è un patrimonio colturale e culturale, che è congiunto al suo territorio di produzione”, spiega Enzo Gambin, direttore di Aipo Verona, Associazione interregionale produttori olivicoli. “Una Dop che è ricchezza da porre sul mercato per far presa sul pubblico e aumentare l’offerta turistica. Da qui l’importanza della partecipazione delle comunità coinvolte, dei gruppi e organizzazioni, in un insieme differenziato di attività, che vanno dall’identificazione alla documentazione, alla ricerca, alle attività di preservazione, alla protezione, alla promozione, allo sviluppo e alla trasmissione delle manifestazioni, come ben ne rappresenta la “Ventesima festa del Marrone di San Zeno Dop” coordinata e gestita dal proprio Consorzio di Tutela.
Il turista contemporaneo richiede sempre più di stabilire una relazione con i prodotti agroalimentari del territorio, soprattutto se hanno profondi legami con i luoghi e con le esperienze degli individui. E in questo, il “brand” Marrone di San Zeno è in grado di far riconoscere la propria offerta, di differenziarla e specificarla e in tutto questo può rappresentare un valore economico, che, se oggetto di valutazione, potrebbe superare cifre con sei zeri».
Per conoscere le attività della Festa, è possibile seguire i social network. Facebook: Consorzio del Marrone di San Zeno Dop, Instagram: marrone_san.zeno_dop.