Inaugurata domenica scorsa la lapide sulla facciata dell’ex municipio di Marcellise: il tempo aveva reso illeggibili i nomi dei caduti.
Terminato il restauro della lapide dedicata ai caduti delle due guerre mondiali posta sulla facciata dell’ex Municipio di Marcellise, commissionato dal Comune di San Martino Buon Albergo e proposto dal Gruppo alpini di Marcellise: l’inaugurazione si è tenuta domenica scorsa, nella giornata delle celebrazioni per la giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate.
“Il sacrificio dei nostri caduti”, sottolinea il sindaco Giulio Furlani, “ci ricorda le terribili conseguenze della guerra e la perdita in termini di vite umane che comporta e ci induce a riflettere sul valore della pace. Soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo, segnato da vecchi e nuovi conflitti”.
“Riteniamo sia fondamentale”, aggiunge il vicesindaco Mauro Gaspari, “conservare e valorizzare il patrimonio storico e culturale affinché i luoghi della memoria restino luoghi significativi in cui tutti possano riconoscere la nostra storia e la nostra identità condivisa”.
Il monumento e il restauro.
La storia della lapide si intreccia significativamente con la storia del paese, a partire dal primo Consiglio comunale di quello che allora era il Comune di Marcellise, tenutosi il 31 dicembre 1918 e presieduto dall’allora sindaco, il conte Ottavio Orti Manara. Proprio durante quella seduta del Consiglio comunale nel 1918, si decise di murare nel Palazzo comunale una lapide dedicata ai caduti della Grande guerra, lapide che fu scoperta il 7 agosto 1921, con tutti gli onori religiosi, civili e militari.
Il monumento si compone di una figura femminile che rappresenta l’Italia, con il capo turrito e la spada sguainata. Ai suoi piedi un’aquila domata e al di sopra della figura un festone di alloro sostenuto da due stelle militari. La statua, in pietra marmorea bianca, è collocata entro una sobria ma raffinata composizione architettonica in rilievo, in stile decò, costituita da ampi blocchi in pietra rosso Verona. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale venne aggiunta un’appendice lapidea che reca i nomi dei caduti del nuovo conflitto. Emblematica è la sproporzione numerica dei nomi riportati sulle due iscrizioni temporali, a rimarcare l’immane perdita di vite umane registrata durante il primo conflitto mondiale.
Il monumento, che risulta sostanzialmente in buono stato di conservazione, aveva perso il colore originale e questo aveva reso illeggibili i nomi dei caduti. Per questo con il restauro si è proceduto al rafforzamento delle lettere scolpite sulla lapide. Tutte le superfici sono state sottoposte a lavaggi controllati e spazzolature. Inoltre è stato realizzato il consolidamento delle parti a rischio caduta e sono state protette le cadute di materiale mediante stucco appositamente realizzato, analogo all’originale, e resina.
Il progetto per il recupero della lapide è stato affidato all’architetto restauratore Mauro Zammataro.