Scatta l’interrogazione sulla centralina sul fiume Fibbio, a San Martino Buon Albergo: “Progetto basato su dati di vent’anni fa”.
Un progetto basato su dati vecchi, con un possibile impatto ambientale a scapito del Parco naturale delle Sorgive : è questa la denuncia sollevata intorno alla realizzazione della centralina idroelettrica sul fiume Fibbio, nel territorio di San Martino Buon Albergo, dai consiglieri regionali del Pd Veneto, Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon.
“I presupposti su cui si fondano le previsioni di produzione di energia elettrica della futura centrale sono vecchi, poiché basati su registrazioni idrometriche e dati di portata del fiume risalenti al decennio 1993/2003.
Nell’arco di 20 anni”, evidenziano, “la siccità, conseguente ai cambiamenti climatici cui tutti stiamo assistendo, ha determinato lo spegnimento di molte centrali idroelettriche, in particolare nel Nord Italia. Peraltro la zona interessata dal progetto è considerata a rischio D4, potenzialmente molto elevato, per i danni da eventuali alluvioni. Non solo: a meno di due chilometri di distanza, nel territorio comunale di Montorio e nel complesso della ex Sapel, è già attiva una centralina idroelettrica. Quindi non si ravvede l’indispensabilità, oltre che l’opportunità, di questa realizzazione”.
“Necessario bloccare l’iter per altre verifiche”.
Gli esponenti dem ricordano inoltre che “il costituendo Parco naturale delle Sorgive e del fiume Fibbio, ambito nel quale ricadrebbe l’installazione della centralina, sarà sottoposto a tutela ambientale, essendo caratterizzato da una singolare e suggestiva ricchezza di specchi d’acqua e risorgive. Come se non bastasse, lo storico e monumentale complesso di Villa Musella, che con il suo parco è strettamente legato alle acque del Fibbio, è sottoposto a severi vincoli diretti e indiretti, di tutela culturale e paesaggistica. Gli stessi cittadini hanno espresso forte preoccupazione, sia per l’impatto visivo che per quello acustico della struttura.
Riteniamo assolutamente necessario svolgere ulteriori approfondimenti, per verificare la reale utilità pubblica della centralina idroelettrica e per prevederne le conseguenze in termini di impatto estetico e acustico, nonché effettuare nuove registrazioni idrometriche e ricavare nuovi dati di portata del fiume Fibbio, per essere certi che l’impianto possa funzionare nei prossimi decenni, grazie ad una costante e adeguata quota di pescaggio dell’acqua”.
E si rivolgono all’assessore regionale all’ambiente per chiedere “se la Giunta regionale intenda intervenire per bloccare l’iter del progetto che rischia di impattare negativamente su un territorio di pregio ambientale, senza peraltro produrre una accettabile rendita energetica”.