San Bonifacio, fonderia Dante: la crisi non ferma i lavoratori, ora si “combatte” per il rilancio.
La Fonderia Dante di San Bonifacio, esempio virtuoso di azienda salvata dai dipendenti, sta affrontando un momento di crisi. Sette anni fa, un gruppo di 62 lavoratori aveva rilevato la fonderia, messa in ginocchio dalla crisi del colosso Ferroli, riuscendo a far ripartire l’attività. Oggi, però, l’azienda si trova di nuovo a un bivio, come riporta il Corriere del Veneto.
La cooperativa dei dipendenti, guidata dall’amministratore delegato Erasmo D’Onofrio, ha presentato lo scorso agosto la richiesta di concordato preventivo al Tribunale di Verona. Ora ha tempo fino al 19 dicembre per definire un piano che possa consentire la riorganizzazione dell’azienda e il rilancio delle attività.
Un brutto calo di fatturato.
Il contesto economico attuale non aiuta. Negli ultimi anni, il settore termomeccanico è stato colpito duramente da una serie di crisi, aggravate dai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, che hanno ridotto le opportunità di mercato. Russia e Ucraina, in particolare, erano tra gli acquirenti delle caldaie prodotte dalla fonderia. Questi fattori hanno portato a un calo del fatturato del 40% rispetto al 2022.
Lavorare insieme per superare la crisi.
Per affrontare questa situazione, l’azienda ha avviato la cassa integrazione ordinaria a rotazione e sta discutendo con i sindacati l’introduzione di una cassa integrazione straordinaria. Non si escludono esuberi, ma l’obiettivo rimane quello di diversificare la produzione e trovare nuovi mercati per garantire la sostenibilità a lungo termine.
Nonostante le difficoltà, i lavoratori della Fonderia Dante non vogliono arrendersi. La determinazione che sette anni fa aveva portato al salvataggio dell’azienda è ancora viva. Non sarà facile, ma la volontà di lottare a quanto pare non manca.