Morto in piscina a Verona: istruttori a processo

Morto in piscina a Verona: istruttori a processo con l’accusa di omicidio colposo.

Luigi Compri, un 60enne residente a Pastrengo e dipendente dell’Unicredit, è morto in una piscina di Verona per un malore. Iscritto a un corso di nuoto al polo natatorio “Alberto Castagnetti” di Verona, il suo caso ha portato due istruttori in tribunale con l’accusa di omicidio colposo. La vicenda è stata riportata dal Corriere di Verona.

Il dramma in piscina.

Il 16 dicembre 2019, Luigi Compri stava nuotando nella piscina olimpionica da 50 metri quando, improvvisamente, ha avuto un malore. Rimasto sul fondo della vasca per circa due minuti, è stato notato da un altro nuotatore nella corsia accanto. Quest’ultimo è intervenuto, riportando Compri in superficie e cercando di rianimarlo.

Nonostante gli sforzi, il defibrillatore del centro non funzionava: il dispositivo era inutilizzabile dall’8 dicembre dello stesso anno, dopo che era stato rilevato un guasto durante una gara di nuoto. La mancata sostituzione del macchinario, ritenuta cruciale, è ora al centro delle accuse mosse dalla procura.

Compri, trasportato d’urgenza all’ospedale di Borgo Trento, è rimasto in coma per quasi due anni, fino al decesso del 12 novembre 2021 alla Casa di Riposo Immacolata di Lourdes Onlus a Pescantina.

Le accuse e il processo.

Martedì 14 gennaio, il giudice dell’udienza preliminare ha deciso di rinviare a giudizio i due istruttori presenti quel giorno, accusandoli di omicidio colposo e cooperazione nel delitto colposo.

La posizione del presidente del consiglio di amministrazione della società dilettantistica che all’epoca gestiva l’impianto, è stata invece stralciata. L’uomo ha patteggiato un anno di reclusione per negligenza, imprudenza e per la mancata sostituzione del defibrillatore.