Verona, si avvicina il ballottaggio Tommasi-Sboarina.
Flavio Tosi, con la sua mossa a “sorpresa programmata” ha decisamente sparigliato le carte nel centrodestra di Verona. Mettendo il sindaco uscente, Federico Sboarina, di fronte a un bivio piuttosto complicato. Dire sì all’apparentamento con Tosi, e quindi con Forza Italia, con tutto quello che ne consegue, o fare finta di niente, scrollare le spalle e andare alla sfida contro il 40% di Damiano Tommasi da solo? Dubbi che Sboarina dovrà sciogliere nelle prossime ore. Intanto la conferenza stampa in programma per questa mattina, giovedì, è stata rinviata per “impegni istituzionali”.
Prima ipotesi: Sboarina accetta l’apparentamento ufficiale. Il che significa riportare Tosi nella stanza dei bottoni di palazzo Barbieri, mettere accanto al suo nome le 9 liste tosiane, dare all’ex sindaco, in caso di vittoria, 9 consiglieri (4 della lista Tosi, 2 di Fare, 2 di Forza Italia e lo stesso Tosi) e 4 assessori, e di fatto mettersi nelle sue mani per i prossimi 5 anni. Sempre che ce la si faccia ad arrivare a 5. Ma in questo caso, Lega e Fratelli d’Italia abbasseranno la testa lasciando strada a Forza Italia, che di colpo si auto-intesta il 24% per cento degli elettori veronesi?
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Seconda ipotesi: Sboarina non accetta l’apparentamento con Tosi, va avanti per conto suo, parla ai suoi elettori e cerca di raccogliere il massimo da quello che ha. Soluzione decisamente rischiosa, specie partendo con 7 punti percentuali e 8mila voti in meno rispetto a Tommasi. Con il ballottaggio il 26 giugno. E con il rischio che i tosiani se la leghino al dito e passino al “nemico”. Come del resto sta già facendo Italia Viva, che come ha sottolineato Davide Bendinelli sta pensando di appoggiare Tommasi.
Già, e Tommasi? Non si scompone, lui va dritto per la sua strada. Ha annunciato il tour nei quartieri di Verona, con l’intenzione di “incontrare uno per uno i veronesi”. Le parole della sua campagna elettorale sono sempre state “futuro contro passato”. Ora il centrodestra gli sta servendo l’assist perfetto: di fronte a queste schermaglie (con la regia, tra gli altri, di un nome non certo nuovo della politica veronese come Aldo Brancher), anche un ex centrocampista che, parole sue, non ha mai fatto tanti gol, adesso ha l’occasione per metterla dentro. A porta semi vuota.