Polemica per le lettere inviate al “capofamiglia” dalla Lega. Benini e Pasetto: “Indietro di 50 anni”.
La lettera inviata al “capofamiglia” fa esplodere la polemica a quattro giorni dal voto di domenica a Verona. “La Lega e Sboarina ancora una volta dimostrano di essere indietro di 50 anni rispetto alla storia”: a dirlo è Federico Benini, capogruppo del Pd a palazzo Barbieri, e candidato alle amministrative di domenica, riferendosi alla lettera inviata dalla Lega ai veronesi. “Stanno arrivando a casa dei veronesi delle lettere indirizzate al “capofamiglia” – aggiunge Benini -, figura che non esiste più dal 1975 con la riforma del diritto di famiglia che abroga tale termine. Ma evidentemente la Lega e Sboarina non lo sanno e preferiscono indirizzare le lettere al “capofamiglia” ,appunto, che fino al 1975 era l’uomo, al quale venivano riconosciuti giuridicamente e socialmente autorità sugli altri membri. Sperano così che sia il marito che detta la linea politica alla moglie, come se le donne non avessero capacità di intendere e di volere”.
“Ancora una volta la Lega e Sboarina – conclude Benini – umiliano la figura della donna. Se si tratta di un errore (ma dubito) è il caso che il sindaco uscente chieda scusa e prenda le distanze da questo modo misogino di fare politica”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giorgio Pasetto, candidato di Azione + Europa a sostegno di Damiano Tommasi: “Se a destra non sanno che la figura del capofamiglia è stata abolita nel nostro ordinamento nel 1975 – rimarca Pasetto – , significa che la loro ignoranza istituzionale li rende indegni di amministrare Verona. Il sospetto è che, invece, non si tratti di un errore ma della dichiarazione di quale sia la sottocultura che la destra veronese esprime”.