Verona sfora i limiti della quantità di ozono per il 18esimo anno.
Il valore per la protezione della salute umana dall’ozono, che è di 120 microgrammi per metro cubo d’aria, ha superato a Verona il limite massimo annuale sancito per legge, che è di 25 giorni. Ed è il 18esimo anno di fila che questo accade. A denunciarlo è il consigliere di Sinistra in Comune Michele Bertucco.
“Dal 2004, cioè da quando l’Arpav fornisce i dati sul limite per la protezione umana, la nostra città ha sempre superato la soglia annuale – spiega Bertucco -: nel 2021 Verona è ancora una volta fuorilegge per l’ozono ed entriamo nel diciottesimo anno consecutivo di illegalità. L’ozono è il contraltare estivo dell’inquinamento da Pm10 dei mesi più freddi. Pm10 che a Verona ha già superato il limite massimo annuale di 35 giorni di sforamenti. Le condizioni meteo estive invece disperdono il Pm10 ma favoriscono l’accumulo dell’ozono”.
Che fare, dunque? “Serve riorganizzare la mobilità – prosegue Bertucco -. A partire dagli interventi più semplici ed economici: favorire le bici e diffondere la micro mobilità elettrica, rivedere la politica della sosta potenziando i parcheggi scambiatori, approvare il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (Pums). Mentre aspettiamo da troppo tempo un sistema di trasporto pubblico va potenziato il servizio degli autobus rendendoli più frequenti.
Ma l’ozono non si combatte solo con la mobilità sostenibile. Bisogna mantenere ed aumentare il verde, che invece a Verona scarseggia, (soprattutto quello pubblico realmente fruibile) insieme agli alberi: 19 ogni 100 abitanti, cosa che ci colloca al ventottesimo posto tra i capoluoghi italiani (dati 2018). Verde e alberi sono fondamentali per calmierare l’ozono. Svolgono un importantissimo lavoro di filtraggio eseguito soprattutto dalle foglie. Utilissime sono quindi le aree verdi nelle zone urbane e periurbane che fungono da depuratori naturali. E questa funzione – conclude Bertucco – può assolverla, ad esempio, l’area dell’ex Scalo Merci se trasformata al 100% in parco.