Verona verso il voto, l’incognita Forza Italia.
Come un fuoco d’artificio che ha quasi finito la carica propulsiva e si frantuma in mille schegge impazzite: ecco l’immagine di Forza Italia a Verona, a un mese dalle elezioni amministrative del 12 giugno.
Perchè dopo un tira e molla di mesi, con il coordinatore provinciale Claudio Melotti incastrato tra i consiglieri comunali da una parte, quelli regionali dall’altra, gli input nazionali non si sa da che parte, quello che ne è uscito, aldilà delle decisioni ufficiali, è una specie di liberi tutti dove ognuno fa un po’ quel che gli pare.
E così ufficialmente il partito spacca il fronte del centrodestra e sceglie l’ex sindaco Flavio Tosi, ma perde i pezzi per strada. Specie i forzisti della prima ora, vedi Anna Leso, che boccia l’alleanza con Tosi e si unisce a Verona Domani per stare con il sindaco uscente Federico Sboarina. E tipo anche Riccardo Caccia, non proprio l’ultimo dei forzisti, referente cittadino per le amministrative ma evidentemente sbugiardato dal suo stesso partito, assessore della prima giunta Sironi nel 1994, ex presidente del consiglio comunale. Anche Caccia molla le scelte “ufficiali” di Forza Italia e si schiera con Sboarina.
Insomma, con chi sta davvero Forza Italia? O meglio, la domanda è un’altra: nel 2017 Forza Italia prese al primo turno 3mila 700 voti e spicci: ci sono ancora quei voti? E che fine faranno quest’anno?