Il prossimo anno si vota per le regionali in Veneto: e la corsa alla successione di Luca Zaia scalda la coalizione di centrodestra.
Il giorno dopo le elezioni europee, per il Veneto è già di nuovo tempo di campagna elettorale: tra un anno si vota per la Regione, e stavolta il regno di Luca Zaia dovrà per forza cadere. Ma in quali mani? I contendenti si moltiplicano, e la lotta rischia di farsi accesissima. Fratricida, all’interno di una coalizione di centrodestra che rischia di andare in mille pezzi proprio su questo.
Ma cominciamo dai numeri. Quelli delle europee di sabato e domenica scorsi. Fratelli d’Italia, in Veneto, ha fatto il botto, arrivando al 37,58%. La Lega, in una delle sue roccaforti, ha totalizzato il 13,15%, mentre Forza Italia è risalita all’8,58%. Se si guardasse solo ai numeri, per il partito della premier non dovrebbero esserci problemi. E uno dei nomi più gettonati potrebbe essere quello di Elena Donazzan, attuale assessore di Zaia.
Tutti d’accordo? Nemmeno per idea. Forza Italia, attraverso il suo coordinatore regionale, che è un certo Flavio Tosi, votatissimo non solo a Verona ma in tutto il nordest, fa sapere che il partito fondato da Berlusconi, cresciuto dal 6 all’8 e passa per cento proprio in queste ultime europee, ha tutto il diritto di puntare alla presidenza del Veneto. Lo stesso Tajani, del resto, più volte ha lanciato proprio il nome di Tosi come successore di Zaia.
E la Lega? Di mollare il Veneto non ne vuol parlare. Ma la Lega ha già il Friuli, la provincia autonoma di Trento e la Lombardia. Troppo? Forza Italia da parte sua nelle Regioni del nord ha appena riconfermato Alberto Cirio in Piemonte. E Fratelli d’Italia in Veneto ha appena preso quasi il 40%. Che fare? Alla fine qualcuno dovrà pur cedere. O andare al muro contro muro.
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