Per le festività, artigianato alimentare di qualità per sostenere le imprese e il lavoro del territorio.
Le feste di fine anno valgono oltre 208 milioni di euro (1,1 miliardi in Veneto) in prodotti alimentari artigianali. In provincia di Verona, 1.139 gli “artigiani del gusto” con quasi 5mila addetti
In ballo ci sono 208 milioni di euro (oltre 1,1 miliardi a livello regionale) di spese che le famiglie veronesi da diversi anni dedicano agli acquisti di prodotti alimentari e bevande da mettere in tavola a Natale e a fine anno. Pane, pasta, carni, salumi, formaggi, verdure, ortaggi, frutta e, soprattutto, dolci e vini, distillati e bevande, tutti prodotti dell’immenso “giacimento” della food economy della provincia veronese e del Veneto che, in particolare sotto le festività, registra da anni sostanziose crescite di produzioni e vendite.
Un settore, quello dell’agroalimentare, rappresentato, a livello provinciale, da 1.139 imprese artigiane che danno lavoro a 4.973 addetti, con una straordinaria offerta enogastronomica che, per il Veneto, arriva a 36 prodotti DOP, IGP e STG, ben 380 prodotti “tradizionali”, e una capacità di export di circa 6 miliardi di euro all’anno. I numeri emergono dall’analisi dell’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Veneto che, nel dossier “Food economy di MPI e artigianato alimentare nel 2020”, ha rielaborato i dati di Istat, UnionCamere-Infocamere e MIPAAF, su imprese e produzioni alimentari e consumi delle famiglie nell’ultimo anno.
“La nostra food economy – afferma Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona – subirà un duro colpo dalla chiusura e dalle limitazioni del mondo Horeca, ossia hotel, ristoranti, pizzerie, bar, ecc. nel corso di queste festività. Una voragine che potrebbe essere in parte compensata dai consumi delle famiglie che si apprestano comunque a festeggiare il Natale in famiglia, con le opportune accortezze e nel rispetto delle regole. Per questo invitiamo tutti ad acquistare prodotti agroalimentari di origine veronese, veneta e italiana, soprattutto quelli artigianali, nelle botteghe, nei negozi e nei laboratori di vicinato”.
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