Lezioni di vita alla scuola di polizia di Peschiera del Garda: Niki Leonetti racconta la sua storia agli allievi poliziotti.
A Peschiera del Garda, nell’aula magna Fratelli Turazza della scuola di polizia, i 171 Allievi del 218° corso hanno incontrato Niki Leonetti, in un approfondimento delle lezioni Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori). Il giovane veronese, con una disabilità sin dalla nascita, ha parlato ai futuri poliziotti della sua vita e di come la sua condizione non gli abbia mai impedito di essere sé stesso e di raggiungere gli obbiettivi da lui prefissati; ha parlato del suo progetto, nato nel 2013, “Si può fare: perché no?”: un vero e proprio viaggio fatto di racconti e video coinvolgenti, nato dalla sua esperienza personale con la disabilità.
Un progetto che ha, come obiettivo, mettere al centro della quotidianità la persona, prima ancora della sua disabilità, includendola con amicizia e affetto.
“Fragilità da trasformare in forza”.
“In fondo, ragazzi, essere disabili vuol dire avere delle fragilità e, forse, tutti ne abbiamo e a me, anzi, quelli che non ne hanno mi fanno un po’ paura”, ha concluso Niki Leonetti. “A questo punto, bisogna far sì che le nostre fragilità diventino la nostra forza, imparando non solo a vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto, ma anche a metterci dentro, giorno dopo giorno, gocce della nostra vita. Le salite e io lo so bene sono faticose e spaventano, ma pensate sempre, prima di iniziarle, al meraviglioso panorama che potrete vedere, una volta concluse.”
“La testimonianza di Niki”, ha commentato il direttore della scuola Gianpaolo Trevisi, “sono certo che vi avrà trasmesso coraggio e passione, insegnandovi anche parole meravigliose come “condividere” e “includere”; sono certo che vi avrà convinto sul fatto che non ci si debba mai arrendere di fronte alle difficoltà. Sono certo che grazie alle sue parole sarete ancora più capaci, quando affronterete i vostri primi interventi, di stare accanto a ogni cittadino e, in maniera particolare, accanto a coloro che sono più deboli e più fragili e che, proprio per questo motivo, avranno ancora più bisogno del nostro servizio.”