Nato a Verona, Faticoni si racconta con “Il trapezista fiducioso”.
Il sardo-veronese, attore e regista teatrale Mario Faticoni, classe 1937, deus ex machina del teatro moderno in Sardegna, ha vinto il premio letterario internazionale Emily Dickinson, giunto alla sua 25esima edizione, con il romanzo dal linguaggio colto e introspettivo “Il trapezista fiducioso”, pubblicato da Armando Editore.
Il fondatore di gruppi, interprete cinematografico e televisivo, docente di arte scenica al Conservatorio musicale, drammaturgo e giornalista, il 28 giugno scorso a Napoli, nella suggestiva cornice di Castel Sant’Elmo, Faticoni è stato al centro della cerimonia di premiazione, durante la quale la giuria gli ha conferito il prestigioso riconoscimento come autore del miglior romanzo edito.
Nato a Verona, da molto tempo Faticoni vive a Cagliari, città dove è stato protagonista della nascita del movimento teatrale moderno in Sardegna. Con “Il trapezista fiducioso” si racconta in un’autobiografia in cui il protagonista, Andrea Carteri, attore di successo ormai ottantenne, decide di sparire, ma prima di far perdere le proprie tracce lascia a Pasqualino, un amico archivista in pensione, i documenti che ha raccolto nel corso della sua vita privata e della sua carriera.
Con questo originale espediente narrativo, “Il trapezista fiducioso” diventa lo strumento con il quale Faticoni racconta la complessità della vita di un attore. La solitudine in cui il contesto cittadino lo ha relegato, ma anche la sconfinata creatività e la volontà instancabile di promuovere l’attività teatrale. Riuscendo al contempo a rappresentare lo scenario culturale e politico in cui vive.
“Lo scrittore diventa semplicemente un evocatore. Non scrive ma è scritto – spiega Faticoni – così come Carmelo Bene non recitava ma veniva recitato. Scrivere bene è fare musica. L’intensità sveglia la musica interiore, che rimane muta se non agitiamo fino a farlo suonare lo stupefacente strumento che è il corpo umano”.
Mario Faticoni è stato dapprima promotore del Centro Universitario Teatrale per poi fondare la Cooperativa Teatro di Sardegna e legare dagli anni ottanta la sua attività alla compagnia Il Crogiuolo da lui fondata, aprendo lo spazio del Teatro dell’Arco nel quartiere di Stampace. Il suo archivio custodito all’Arcostudio è riconosciuto d’interesse storico nazionale dal Ministero dei beni culturali.