Giovanni Albertini, psicologo veronese, è il campione italiano della bugia.
È Giovanni Albertini, uno psicologo veronese, il nuovo campione italiano della bugia: si è aggiudicato il Campionato italiano della Bugia, svoltosi lo scorso fine settimana a Le Piastre, pittoresca località nella montagna intorno a Pistoia. Albertini, 35 anni, nato a Verona ma residente a Bovolone, è salito sul palco per raccontare di aver trovato nel paese della Bugia un manoscritto inedito del padre della cucina, Pellegrino Artusi, l’antico Piastrusi, che prende il nome dall’unione tra Le Piastre e Artusi.
Un manoscritto che contiene ricette particolari come le polpette in umido, piccole femmine di polpo, il vitello tornato, cioè affettato dopo che è rientrato nella stalla, per finire con il carpaccio e il talpaccio, rispettivamente provenienti da carpe e talpe. E ha concluso invitando a comprare il Piastrusi, disponibile online.
In questi modo lo psicologo veronese si è aggiudicato il titolo di più bugiardo d’Italia al termine della 47esima edizione del Campionato della Bugia che si è tenuto a Le Piastre, e che aveva come tema le Bugie tra i fornelli. Albertini è stato incoronato vincitore nella sezione “dei raccontatori”, tra i 20 finalisti, portando a casa anche il divertente “bugiardino d’oro”, una mascotte raffigurante il campanile di Le Piastre con un lungo naso alla Pinocchio. Al secondo posto l’attrice teatrale Francesca Valenti da Scandicci (FI) con “Sarà una melanzana” e al terzo il campione uscente Danilo Malerba da Catania con la sua “Le melanzane di mamma”.
Straordinaria la Bugia che ha incoronato come i bimbi più bugiardi d’Italia i pistoiesi Emma Pagliai e Matteo Sacco. Emma, essendo campionessa in carica, si conferma per il secondo anno la migliore. Entrambi vincono il premio offerto dal quotidiano Il Tirreno, riservato ai bambini e intitolato alla giornalista Lucia Prioreschi.
La ricetta del dolce far niente.
E per finire la ricetta del dolce far niente. Che si prepara con 12 uova facendole sbattere da qualcun altro, aggiungendo 300 grammi di burro, ma andando a sonnecchiare per almeno 20 minuti, unendo 1 kg di farina, ma dormendo per mezz’ora. Il composto va fatto riposare ma anche il cuoco deve riposarsi per 40 minuti. E il dolce far niente è pronto per essere servito. Da qualcun altro.