La tecnologia che assiste sempre di più l’essere umano: ecco come il robot Da Vinci Xi dell’ospedale di Negrar Di Valpolicella assiste i chirurghi nel trattamento dell’obesità.
All’ospedale di Negrar c’è un robot che cura l’obesità. Minori complicanze operatorie, una ripresa più rapida dopo l’intervento e tempi di degenza più brevi sono i vantaggi del sistema robotico che l’ospedale di Negrar impiega già dal 2015 per la chirurgia urologica, generale e ginecologica.
Sono ancora pochi i centri in Italia ad utilizzare la robotica in ambito bariatrico: tra questi spicca l’Irccs Sacro Cuore Don Calabria, già noto per i suoi numerosi successi e nelle novità in campo medico e chirurgico, che nelle scorse settimane ha effettuato i primi cinque interventi con il robot chirurgico Da Vinci Xi, in dotazione all’ospedale dal 2015. Oltre all’ambito urologico, ginecologico e di chirurgia generale, dove è già ampiamente utilizzato, ha fatto il suo debutto anche nel trattamento chirurgico dell’obesità.
La testimonianza dei medici
“Abbiamo eseguito un bypass gastrico e quattro mini bypass”, spiega Roberto Rossini, medico di Chirurgia generale. “Entrambe le metodiche hanno lo stesso obiettivo: la perdita di circa il 70-75% del peso corporeo in eccesso, attraverso la riduzione dello stomaco in modo che il paziente raggiunga la sensazione di sazietà con l’introduzione di minor quantità di cibo, e l’isolamento di un ampio tratto di intestino, al fine di limitare l’assorbimento delle proprietà nutritive. Il risultato viene ottenuto nel caso del bypass con due suture; il mini bypass, invece, comporta una sola sutura per unire la porzione di stomaco rimasta e l’intestino”, prosegue il dottore.
L’impiego del robot chirurgico in entrambe le metodiche rappresenta un valore aggiunto, perché permette di superare i limiti della tecnica laparoscopica. “L’utilizzo del robot consente di effettuare gli stessi movimenti della chirurgia open, anzi di andare oltre, perché i bracci robotici hanno la capacità di muoversi all’interno dell’addome del paziente a 360°, cosa che non può fare la mano dell’uomo”, sottolinea il chirurgo. “Inoltre la qualità delle suture che devono essere effettuate dipende dalla prestazione della suturatrice automatica in laparoscopia, mentre con il robot a fare la differenza è la manualità del chirurgo. Questo si traduce in una riduzione delle complicanze post operatorie, come fistole e sanguinamenti, e quindi in una più rapida ripresa e in meno giorni di degenza”, conclude.
I numerosi successi
Dal 2015 la Chirurgia bariatrica del Sacro Cuore Don Calabria, il quale è anche un centro accreditato SICOB– Società Italiana di Chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche, ha trattato più di 400 pazienti, tra questi il 20% proviene da fuori regione e un 10% riguarda i cosiddetti Re-Do Surgery, cioè pazienti, giunti da altri ospedali, che si sono rivolti a Negrar per un secondo intervento, a causa di complicazioni dovute alla prima procedura chirurgica o per fallimento nella perdita di peso.
“L’intervento chirurgico non è fine a se stesso, è solo una tappa di un cambiamento totale di vita, che implica sana alimentazione, attività motoria costante e il superamento delle cause psicologiche per cui il cibo diventa dipendenza e compensazione”, sottolinea Rossini. “Per questo i nostri pazienti vengono presi in carico da un’équipe formata anche da gastroenterologi, nutrizionisti e psicologi che preparano il paziente all’intervento e lo seguono nel corso del follow up. Il 70% dei nostri pazienti effettua almeno fino al primo anno post intervento tutti i controlli periodici e registra un soddisfacente calo ponderale”.
L’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar si conferma quindi nuovamente eccellenza in ambito medico e chirurgico, registrando numerosi risultati positivi incentrati sull’innovazione tecnica.