All’ospedale Sacro Cuore di Negrar radioterapia per la cura dei tumori come trattamento per la fibrillazione atriale: stanno bene i primi due pazienti.
Una sola seduta di 10 minuti, indolore, senza effetti collaterali né ricovero, per correggere il difetto elettrico del cuore dall’esterno, con alte dosi di radiazioni: la soluzione arriva dall’ospedale Sacro cuore don Calabria di Negrar dove Giulio Molon, direttore dell’Uoc di cardiologia, e Filippo Alongi, direttore del dipartimento di radioterapia oncologica avanzata, hanno arruolato e trattato, due mesi fa, i primi due pazienti affetti da recidiva di fibrillazione atriale, utilizzando la radioterapia impiegata tradizionalmente per la cura dei tumori.
Si tratta di un trattamento innovativo nell’ambito dello studio clinico sperimentale Trast-Af, applicato al momento solo in 5 centri al mondo, che prevede l’arruolamento di 15 pazienti e potrebbe nel prossimo futuro essere una alternativa terapeutica all’intervento di ablazione della fibrillazione atriale.
“Dopo la seduta il paziente può tornare tranquillamente a casa”.
“Attualmente i pazienti con fibrillazione atriale vengono sottoposti a una procedura che prevede l’introduzione di un catetere attraverso l’arteria femorale“, spiega Molon, “processo invasivo, lungo e fastidioso per il paziente che richiede ricovero e sedazione. La radioterapia invece indirizzando il fascio di radiazioni ionizzanti ad alte dosi contro le cellule responsabili dell’aritmia, ottiene la stessa cicatrizzazione dell’area, interrompendo il corto circuito che causa la fibrillazione, ma non è invasiva, è indolore e il trattamento viene effettuato in una sola seduta della durata massima di 10 minuti. Dopodiché il paziente può tornare tranquillamente a casa“.
“Abbiamo dotato i pazienti di un nuovo dispositivo che consente semplicemente appoggiando due dita su un sensore di ottenere un rapido tracciato del battito cardiaco. Questo esame viene trasmesso istantaneamente al cardiologo che può verificare in qualsiasi momento il buon funzionamento del cuore“, riferisce Niccolò Giaj Levra, referente per i trattamenti cardiologici presso il dipartimento di radioterapia oncologica avanzata.
“Attualmente i due pazienti su cui siamo intervenuti non hanno riportato effetti collaterali significativi. Questi iniziali risultati ci spingono a proseguire nella sperimentazione con l’arruolamento di altri pazienti, per definire meglio l’efficacia del trattamento e i benefici in termini di qualità di vita sui pazienti oltre all’implementazione della telemedicina”.