Anche Verona tornano nell’agricoltura voucher, buoni lavoro e un tetto di reddito fisso: “Combattono il lavoro irregolare”.
Dopo cinque anni i voucher tornano nell‘agricoltura: a Verona, prima della loro abolizione, erano stati 72.601 quelli venduti per il lavoro nei campi. Confagricoltura Veneto per anni ne aveva chiesto il reintegro, dato che tutte le forme sostitutive messe in atto nel frattempo si sono rivelate “complicate e di difficile utilizzo“.
La legge di bilancio introdotta dal governo Meloni reintroduce, invece, i buoni lavoro, con un valore nominale di dieci euro lordi all’ora e un tetto di reddito per i lavoratori fissato a diecimila euro. I voucher non saranno più riservati a pensionati, giovani e disoccupati, ma includeranno tutte le categorie.
“Siamo felici della reintroduzione dei voucher”, sottolinea Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona, “strumento che per noi imprese agricole si è rivelato assolutamente importante e che ci ha dato e ci darà la possibilità di assumere manodopera, anche per brevi periodi, con una burocrazia molto ridotta. Inoltre i voucher concorrono a combattere il lavoro irregolare, in quanto il lavoratore viene messo in regola e si vede versati i contributi. Molto bene anche l’innalzamento del tetto per l’utilizzo dei buoni lavoro. Credo che per l’agricoltura, per il periodo di raccolta, siano più che sufficienti”.
“Non penalizzano il lavoro agricolo subordinato”
“I voucher vengono utilizzati per prestazioni meramente occasionali e accessorie, da svolgere nei momenti di maggiore necessità”, aggiunge Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto. “Non vanno, dunque, a penalizzare il lavoro agricolo subordinato, che non può essere retribuito con i buoni lavoro. I dati dell’Inps del 2016 avevano già evidenziato come, in agricoltura, fossero usati senza alcuna forma di abuso, dato che costituivano solo il 2% dei voucher complessivi utilizzati nel mondo del lavoro”.
I dati dell’Inps relativi al 2016, l’ultimo anno in cui furono utilizzati prima della loro abolizione, sono “la prova che in agricoltura sono sempre stati utilizzati in modo corretto”. Nei primi otto mesi del 2016, in Veneto, erano stati 223.840 i voucher complessivi venduti per le raccolte nei campi. Treviso ne aveva totalizzati 77.825, seguita da Verona, quindi Venezia con 33.646, Vicenza con 16.856; Padova con 13.567; Rovigo con 6.672 e Belluno con 2.673. L’utilizzo dei voucher era risultato fortemente in calo rispetto ai 615.305 del 2015 (dati dal 1° gennaio al 31 dicembre), mentre avevano registrato un forte aumento le assunzioni a tempo determinato.