Indagine Excelsior sul lavoro in Italia, la Cgia di Mestre elenca le figure professionali più ricercate.
Obiettivo lavoro, quali sono le figure professionali più ricercate? Saldatori, medici, ingegneri, intonacatori sono introvabili. Ma in Veneto e nel nord est le figure più richieste sono quelle di camerieri, commesse e addetti alle pulizia. Sono i dati che emergono dalla periodica indagine Excelsior condotta presso gli imprenditori italiani dall’Unioncamere-Anpal. L’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha elencato le prime 50 figure professionali di difficile reperimento.
Praticamente introvabili sono i saldatori ad arco elettrico, i medici di medicina generale, gli ingegneri elettronici/telecomunicazioni, gli intonacatori (che includono anche gli stuccatori, i decoratori e i cartongessisti) e i dirigenti d’azienda (di istituti scolastici privati e di strutture sanitarie private). Di questo primo blocco, in 8 casi su 10 la ricerca degli imprenditori (privati e pubblici) si tramuta in fallimento.
Infermieri e ingegneri elettronici.
Altrettanto difficili da reperire sul mercato del lavoro sono i meccanici collaudatori, gli infermieri/ostetriche, i tecnici elettronici (installatore e manutentore hardware), i tappezzieri e i materassai, gli operai addetti a macchinari per la filatura e bobinatura, i saldatori e i tagliatori a fiamma, gli ingegneri elettronici, gli elettrotecnici e gli operai addetti ai telai meccanici per la tessitura e maglieria. Di questo secondo blocco, in 7 casi su 10 le richieste imprenditoriali rimangono scoperte.
Il caso nord est.
A nord est quasi un posto di lavoro su 2 rimane scoperto. Se al nord si cercano soprattutto camerieri, commessi e addetti alle pulizie, al sud la richiesta si concentra su muratori e, anche qui, su camerieri e commessi. Tra le quattro ripartizioni geografiche del Paese, invece, le maggiori difficoltà nel reperire i lavoratori dipendenti sono emerse a nord est. A Bolzano, infatti, nel 2022 si è registrata l’incidenza percentuale più alta pari al 52,5 per cento. Seguono Pordenone con il 52 per cento, Gorizia con il 48,8, Pavia con il 48,3, Trento con il 47,9, Udine con il 47,8, Bologna e Vicenza con il 47,7, Lecco con il 46,9 e Padova con il 46,8.
A Verona va un po’ meglio: la difficoltà a reperire personale è al 43,0%. Sebbene il livello di disoccupazione nelle regioni del sud si aggiri mediamente sul 15 per cento, anche in questa ripartizione un nuovo posto di lavoro su 3 ha rischiato di non essere coperto. Le punte più elevate, comunque le scorgiamo a Chieti e L’Aquila con il 43,6 per cento, a Caltanissetta con il 40,5 per cento, Cagliari con il 39,2, Brindisi e Sassari con il 39, Siracusa con il 38,8, Isernia, Matera e Pescara con il 38,5, Benevento con il 38,1 e di seguito tutte le altre.