Il 2022 e l’ingannevole decremento delle morti sul lavoro. I dati dell’Osservatorio di Mestre: “I più a rischio stranieri e over 65”.
Non si ferma l’emergenza delle morti sul lavoro, nonostante i dati sui fenomeni infortunistici nel 2022 nel nostro Paese dicano il contrario; come spiega Federico Maritan, direttore dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre: “Siamo passati dai 1.221 morti sul lavoro del 2021 ai 1.090 del 2022. Ma la flessione è solo apparente”. Con l’epilogo della pandemia sono infatti sparite le morti per Covid, ma sono aumentate quelle direttamente riconducibili alle attività lavorative che non toccano l’emergenza sanitaria.
“Ricordiamo che nel 2022 sono quasi sparite le vittime Covid (10 su 1.090 secondo gli ultimi dati disponibili di fine dicembre 2022). Nel 2021, invece costituivano tragicamente quasi un quarto dei decessi sul lavoro (294 su 1.221). Ciò significa che gli infortuni mortali “non Covid” sono cresciuti del 17% passando dai 927 di fine dicembre 2021 ai 1.080 del 2022. Quest’ultimo dato è del tutto analogo a quello del 2019, epoca pre-Covid, a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro sostanzialmente non subisce diminuzioni da anni.
Allo stesso tempo, gli infortuni dovuto a Covid sono più che raddoppiati: da 48.876 afine dicembre 2021 a 117.154 a fine 2022, dimostrando come il virus sia divenuto molto meno mortale, ma purtroppo ancora presente nei luoghi di lavoro”.
Stranieri e over 65 subiscono più rischi.
Il direttore dell’Osservatorio mestrino si sofferma su una sorta di identikit del lavoratore che rischia maggiormente la vita sul lavoro attraverso l’incidenza della mortalità calcolata per milione di lavoratori, quella che poi consente di definire il reale rischio di morte regione per regione.
“L’analisi sull’incidenza infortunistica svela chiaramente come gli stranieri abbiano un rischio di morte sul lavoro più che doppio rispetto agli italiani. Gli stranieri registrano 66,5 morti ogni milione di occupati, contro 31,5 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati. Un dato che si ripete, in modo più o meno analogo, dal 2019 al 2021”.
Dati preoccupanti che emergono insieme a quelli relativi agli over 65. La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (303 su un totale di 790 a fine dicembre 2022).
“Conseguenza, probabilmente, di una minor reattività nelle situazioni di rischio. Mentre quando si parla di denunce totali di infortunio, sono i giovani ad indossare la maglia nera; ed è la mancanza di esperienza questa volta a portare a questo record. Nel 2022 l’incidenza delle denunce di infortunio tra i 15 e i 24 anni è pari a 75.385, un valore più che doppio rispetto alle altre fasce d’età”.