Isola della Scala, salta l’edizione 2021 della Fiera del Riso.
La 54esima edizione della Fiera del Riso è costretta ad arrendersi, e a riposizionare la data per il 2022 all’interno del calendario fieristico. Ma ci sarà ugualmente un appuntamento speciale a settembre. L’evento che solitamente si svolge in ventisei giorni e richiama più di 500mila visitatori, a causa dell’emergenza sanitaria e delle varianti ad essa collegate, viene posticipato. Ma importanti novità sono state annunciate questa mattina al Palariso “Giorgio Zanotto” di di via Parco del Riso.
L’amministratore, Michele Filippi ha spiegato: “E’ con grande rammarico che annuncio lo slittamento della fiera al prossimo anno. Ancora una volta, le condizioni pandemiche non ci permettono di svolgere l’evento in sicurezza e per la tutela di tutta la comunità e dei visitatori, posticipiamo la kermesse di 365 giorni. Nonostante il periodo e le difficoltà che il comparto sta vivendo, il team ha lavorato per portare ossigeno all’Ente, ottenendo aiuti dall’Europa pari a 782.194,38 di euro a fondo perduto e un finanziamento pari a 1.323.933,62 euro a tasso agevolato.
Dal decreto sostegni sono arrivati più di 207.000 euro a fondo perduto che sommati ai fondi europei sono circa 1 milione di euro, che ci permetteranno di preparare un calendario fitto di appuntamenti per rilanciare l’evento e coinvolgere tutte le attività e le aziende locali. Abbiamo programmato un evento inedito che si svolgerà nelle date 10 e 11, 17 e 18, 24 e 25 settembre, in completa sicurezza e che farà da ponte verso la 54esima edizione della Fiera del 2022 – conclude Filippi. – Nelle prossime settimane confermeremo altre importanti cooperazioni che daranno visibilità alla manifestazione”.
“Con grande dispiacere rinunciamo a una manifestazione che è diventata fondamentale per la nostra comunità e la nostra economia – riferisce Stefano Canazza, sindaco di Isola della Scala -. Nostro malgrado, guidati dal senso di profonda responsabilità che sempre ho posto e richiesto come primario, si è giunti a questa decisione – aggiunge. – Confido che sia l’ultima rinuncia. I mancati introiti da parte delle associazioni locali, sempre dedicati alla realizzazione dei loro progetti annuali a beneficio della Comunità, l’incidenza negativa sulle attività dei ristoratori, la mancata vetrina per il commercio e le imprese locali, l’impossibilità di dare occupazione ai nostri concittadini per un mese, sono fatti tangibili che influenzano l’economia dell’intero paese”.