Il Recioto di Gini splende con il “Sole 2024” della Guida Oro di Veronelli

La cantina Gini di Monteforte d’Alpone vince il prestigioso Sole 2024 della Guida Oro di Veronelli, per il Recioto di Soave Classico Renobilis 2016.

Il recioto di Gini di Monteforte d’Alpone vince il “Sole 2024”, un riconoscimento conferito dalla Guida Oro I Vini di Veronelli 2024. Si tratta dell’eccellente Recioto di Soave Classico Renobilis 2016, passito esemplare di questo territorio.

Questo ambito riconoscimento è dedicato esclusivamente a 10 produttori vinicoli italiani che, secondo il consenso unanime dei curatori, sono riusciti a trasformare il loro vino in un’autentica narrazione, una testimonianza storica, culturale o creativa. Il Recioto di Soave Classico Renobilis 2016, insignito del Sole 2024, è un esempio della straordinarietà del territorio. E la Cantina Gini ha saputo interpretarlo in modo classico ma con quel tocco di personalità

Questo superbo vino, insieme agli altri premiati, è incluso nella Guida Oro I Vini di Veronelli 2024, disponibile in tutte le librerie e sul sito seminarioveronelli.com. L’acquisto del volume regalerà l’accesso completo all’app I Vini di Veronelli 2024, disponibile anche separatamente su App Store e Google Play.

La Cantina Gini si trova a Monteforte d’Alpone, il piccolo e storico comune nella provincia di Verona, terra vocata alla viticoltura di qualità grazie ai suoi sistemi collinari e ai ricchi suoli di origine vulcanica. Il vino nasce da sole uve garganega su cui sono fiorite le nobili muffe generate dal fungo Botrytis cinereala muffa nobile, madre di noti e blasonati passiti come il Sauternes.

Questa la motivazione del premio assegnato a Gini dalla Guida Veronelli.

Custodire vigneti secolari e mantenerli in produzione è un’opera che si prendono a cuore soltanto i vignaioli altamente sensibili, diventando così conservatori di paesaggio. Proprio questo accade negli storici appezzamenti della famiglia Gini, oggi condotti da Sandro e Claudio – scrivono i curatori della Guida –.

Attraverso una viticoltura profondamente rispettosa degli ecosistemi in quel del Soave classico, terra di ascendenza vulcanica e di peculiare vocazione enoica. In Contrada Salvarenza un terzo delle viti hanno oltre un secolo di vita e sono a piede franco, riprodotte per margotta.

Ebbero la fortuna di sopravvivere alla fillossera grazie ai suoli tufacei. Oggi, in tempi di emergenze climatiche, quelle vecchie vigne si dimostrano resistenti agli sconquassi, offrendo un’ulteriore prova dell’importanza della loro conservazione. 

La riproduzione e l’impunito dei nuovi vigneti avviene per selezione massale dalle piante storiche. È questo il segreto per preservare il grande dono di questi suoli: l’antica storia vegetale, se amata e valorizzata, si traduce in un racconto capace di suscitare vibranti emozioni.”

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