Concluso l’iter di modifica del disciplinare con l’approvazione definitiva da parte dell’Europa: il “Bianco di Custoza” ha una nuova denominazione.
Il “Bianco di Custoza”, vino simbolo di Verona, tra poco si chiamerà solo “Custoza“: il 26 dicembre infatti entrerà in vigore il Regolamento di esecuzione UE che conclude il complesso iter di modifica del disciplinare di produzione del vino Custoza DOC.
Il processo di revisione è iniziato diversi anni fa: una prima parte di competenza nazionale si è già positivamente conclusa con l’approvazione da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il 7 giugno 2019.
“Festeggiamo un traguardo fondamentale per la denominazione che rappresenta un importante passo per la cres crescita della nostra immagine”, afferma la presidente del Consorzio tutela vino Custoza DOC, Roberta Bricolo. “Il nome Custoza, senza altre specifiche, semplifica la comunicazione nei confronti del mercato e rafforza il legame con il territorio che ci identifica”.
Le novità e le modifiche.
Già dal 2019 dunque la denominazione è forte della revisione dei criteri che ne definiscono la base: in primis la “rielaborazione” dell’uvaggio, che, pur mantenendo le caratteristiche della denominazione che si fonda su diverse tipologie di vitigni e l’obbligo di assemblarne un minimo di 3 per garantirne l’identità unica ed irriproducibile, ha “eliminato” le percentuali minime obbligatorie di ciascun vitigno.
In secondo luogo, sempre con efficacia dal 2019, la riduzione della resa /ettaro a 13 t ha rappresentato certamente un grande passo avanti verso la ricerca della qualità a scapito della quantità. A seguire, l’introduzione della tipologia Custoza Riserva, che i produttori stanno studiando e testando in cantina. L’eliminazione della mescita di vino sfuso alla spina, infine, è stato un fondamentale tassello del 2019.
Nelle novità introdotte con la pronuncia europea, viene accolta con favore l’approvazione della richiesta delimitazione della zona di imbottigliamento del vino Custoza, riservata ora all’area di produzione e alla provincia di Verona, con l’unica eccezione dei comuni limitrofi delle provincie di Brescia e Mantova.
Il vino si fa promotore del territorio.
Infine il nome. Sarà solo ed esclusivamente “Custoza”: immediato e riconoscibile, legato al territorio, vantando una forte connessione con la storia italiana, e che esalta al massimo la spiccata identità di questi vini che nascono alle porte di Verona.
Alla fine di un percorso durato molti anni, in cui sono convissuti entrambi i nomi, il Bianco di Custoza riconosciuto nel 1972 non potrà più essere utilizzato, eliminando quindi il concetto di “bianco”, che non rappresenta più da molto tempo questo vino.
La conclusione dell’iter di modifica del disciplinare interviene a supporto dei produttori che hanno investito nella denominazione e che si sono attivati per far emergere la cultura dell’accoglienza. Il vino Custoza diventa volano d’eccellenza della promozione di un’intera area fino a poco tempo fa ancora poco conosciuta e che oggi si fa sempre più strada nel segno dell’enoturismo e turismo rurale che richiama sempre più visitatori ed appassionati.