Le tracce dell’Impero romano in Friuli.
Forse non tutti lo sanno ma anche il Friuli Venezia Giulia è una regione ricca di monumenti e tracce romane, come Verona. Dal mare alla montagna, infatti, sono tanti i resti di epoca romana visibili nella regione. Sicuramente ad Aquileia, la storica colonia diventata la capitale della Regio X Venetia e Histria.
Ma è impossibile dimenticare le importanti rovine presenti a Trieste, come il Teatro Romano, che ai piedi del colle di San Giusto, in pieno centro città, che è stato riportato alla luce solo nel 1938 e oggi perfettamente ammirabile, o il vicino Arco di Riccardo, che si trova anche questo nel cuore della città vecchia, che faceva parte probabilmente delle antiche mura fatte costruire da Augusto nel 33 a.C.
In un tour di due giorni in Friuli Venezia Giulia è possibile rendersi conto degli importanti segni lasciati dai romani. Partendo proprio da Trieste per poi spostarsi ad Aquileia dove si possono visitare il vecchio Foro Romano, il porto di Natissa ed il Museo Archeologico.
Un’interessante testimonianza delle vestigia dell’Impero in Friuli ci sono anche i resti delle Terme romane di Monfalcone. Riaperte ufficialmente solo nel Novecento, sono conservati i resti degli antichi bagni. Udine, la principale città del Friuli, ebbe un ruolo marginale, invece, in quel periodo, ma sono attualmente in corso delle ricerche.
Impossibile dimenticare, infine, Zuglio, l’antica Iulum Carnicum, che si trova a nord del Friuli Venezia Giulia, ai piedi delle Alpi Carniche. Anche qui è possibile ammirare i resti dell’antico foro romano comprendenti la basilica, il tempio ed il porticato. A Zuglio è presente anche un Museo Archeologico.
Va ricordato che il Friuli Venezia Giulia, all’epoca dei romani, era un’area fiorente. Il porto fluviale rendeva Aquileia strategia sia sotto il profilo commerciale che quello militare, tanto da ospitare un’esercito ed una flotta. Dal Friuli passavano poi alcune delle principali vie di comunicazione dell’epoca, come via Postumia, via Annia e la via Iulia Augusta, che arrivava fino al Norico.