Se ne sente parlare molto spesso e, per fortuna, la demonizzazione ingiustificata intorno alla coltivazione domestica della cannabis è diminuita a dismisura grazie alla scoperta, sempre più diffusa, di tutti i benefici che l’utilizzo della pianta comporta. Attualmente, sono molte le persone che scelgono di autoprodurla, in casa, con la strumentazione adeguata.
La società accetta, oggi, la coltivazione della cannabis in casa, essendo, tra l’altro, legale in Italia quando le varietà utilizzate contengono un tenore di THC inferiore allo 0.2%. Attualmente, l’atteggiamento dell’opinione pubblica nei suoi confronti è molto più rilassato rispetto al passato. Attualmente, la cannabis è più accessibile che mai e documentarsi in rete riguardo la sua coltivazione e i benefici che reca è facilissimo.
Essere disinformati al riguardo, attualmente, è davvero impossibile, riducendo al minimo le idiosincrasie ed i pregiudizi che, in passato, aleggiavano intorno a questo mondo. In questa guida, inoltre, scopriremo tutti i vantaggi che, comprare semi di cannabis ed utilizzarli nelle proprie coltivazioni domestiche comporta.
Perché coltivare la cannabis in casa conviene?
Non si tratta soltanto di avere maggiore accessibilità al prodotto, ma anche di sapere esattamente di cosa si fa uso. Questa forma di tutela non incorre soltanto in aiuto di chi la cannabis la usa a fini ricreativi. Conoscere la provenienza delle piante, infatti, coadiuva molto chi le utilizza per le proprietà terapeutiche che presentano, specie per alleviare il dolore nelle patologie più gravi.
La coltivazione domestica permette il pieno controllo dell’intero processo, dalle prime fasi della germinazione dei semi fino al momento della raccolta, l’essiccazione delle foglie, la concia e l’utilizzo finale. Anche per questo motivo, prima di cominciare a coltivare la propria cannabis in casa, è necessario documentarsi a fondo su tutti gli strumenti di cui si necessita per farlo al meglio e, soprattutto, dei prodotti che andranno utilizzati per la fertilizzazione e la stimolazione, qualora ce ne fosse il bisogno.
Questa possibilità apre l’utilizzatore di fronte a nuovi orizzonti di consumo, attraverso metodi di coltivazione e tecniche di training differenti. Ovviamente, tutto dipenderà dall’ammontare di tempo e denaro che si vorranno investire, ma spesso e volentieri, l’autoproduzione di cannabis sfocia in una vera e propria passione. Comunque sia, sono diversi i metodi di coltivazione che si possono adottare a seconda dell’impianto che si ha a disposizione.
I vantaggi dell’autoproduzione della cannabis
Inoltre, la somministrazione per vie aree non sarà l’unica soluzione percorribile. Con le foglie a ventaglio con una percentuale minore di cannabinoidi, infatti, potranno essere adoperate per preparare dei centrifugati verdi, tra le altre cose. Chi utilizza la cannabis a fini terapeutici, poi, sa bene quanto esoso in termini di costi questo possa essere.
La coltivazione domestica dei semi permette di risparmiare moltissimo. Una volta investita un’ulteriore quantità di denaro nelle attrezzature necessarie, infatti, fare scorta risulterà facilissimo e molto più economico dell’acquisto in store. Ovviamente, la convenienza del processo dipende dalla frequenza con cui ne si fa uso. Bisognerà, quindi, avere consapevolezza dell’intera filiera di produzione, prima di trarre le proprie conclusioni dal punto di vista economico.
Coltivare la cannabis, inoltre, non rappresenta un processo difficoltoso. Si tratta, infatti, di una specie vegetale abbastanza forte e robusta, resistente anche ai cambiamenti atmosferici più bruschi. Per questa ragione, una volta fatte le dovute ricerche sui semi da acquistare ed ottenuti gli impianti necessari, si potrà procedere con la fase di produzione che, a dire il vero, può rivelarsi stimolante al punto da diventare un vero e proprio hobby rilassante che vi permetterà di sviluppare nuove competenze e di investire tempo, energia e ulteriore denaro per ottenere risultati migliori.