Le penne sono considerate a volte semplicemente degli strumenti per la scrittura. In realtà rappresentano anche la personalità di chi le utilizza. Questo perché vengono scelte spesso tenendo conto del design e della funzionalità, per far fronte ad esigenze diverse. La scelta di una penna dipende in molti casi da vari fattori, come il tipo di inchiostro, il sistema di caricamento e la qualità dei materiali. Esistono tante possibilità, dalle stilografiche eleganti alle penne a sfera, ed è interessante scoprire come ogni modello sia pensato per rispondere ad esigenze specifiche.
Le caratteristiche degli strumenti di scrittura
Il mondo delle penne è ricco e variegato, con strumenti di scrittura che vanno dai modelli più pratici e funzionali – ideali per l’uso quotidiano, come le Bic da 4 colori mostrate su Fullgadgets.com – fino a veri e propri pezzi da collezione che si distinguono per eleganza e attenzione ai dettagli. Oltre alle classiche penne a sfera, esistono stilografiche di altissima qualità, spesso realizzate con materiali pregiati. Tra queste, spiccano le penne Montegrappa, azienda veneta di eccellenza nel settore, famosa per la creazione di stilografiche uniche, caratterizzate da un design ricercato e una tradizione che affonda le radici nella storia della scrittura.
Montegrappa è conosciuta attualmente come uno dei simboli di eccellenza nel settore delle penne stilografiche. Le sue origini si fanno risalire al 1912, a Bassano del Grappa. Il nome iniziale dell’azienda era The Elmo Pen, un progetto dedicato ai pennini per stilografiche messo a punto da Heidrich Helm ed Edwige Hoffman. Per molto tempo, il marchio Elmo fu quello utilizzato per i prodotti dell’azienda, prima che il nome Montegrappa diventasse riconosciuto ovunque.
L’espansione dell’azienda Montegrappa e i primi successi
La produzione di Montegrappa iniziò a guadagnare terreno durante gli anni ’20, con le prime stilografiche realizzate in ebanite. Questi modelli, che erano disponibili sia con caricamento a contagocce che con sistemi di sicurezza, diedero il via alla realizzazione di due linee principali: la Elmo, che si rifaceva al design tedesco, e la The Elmo Pen, ispirata allo stile americano, nello specifico alla Waterman 42. Nel 1922 l’azienda trasferì la sua sede nella via di Bassano in cui si trova ancora oggi.
La storia di questa realtà aziendale continuò fino al 1925, quando fu acquistata da Alessandro Marzotto e Domenico Manea, anche se il fondatore supervisionava sempre la produzione dando un contributo importante per la crescita dell’impresa. Con il passare degli anni, i prodotti si diversificarono ancora di più, con la celluloide che sostituì a poco a poco l’ebanite e con nuovi sistemi di caricamento, come quello a pulsante e poi quello a levetta. Il marchio Montegrappa cominciò ad essere utilizzato per i modelli di fascia alta, mentre le penne più economiche continuarono a portare il nome Elmo.
La crescita negli anni ’30
Gli anni ’30 furono un periodo di innovazione per Montegrappa. Tra i modelli più significativi, si può ricordare una serie di penne con design a sfaccettature ondulate, create in diverse colorazioni. Fu in questi anni che il marchio Montegrappa Extra, destinato alle penne di lusso, si affermò sul mercato. Intanto, al marchio Elmo si affiancò la linea Ducale, che era dedicata a prodotti più economici ma comunque di ottima qualità.
Il cambiamento e la storia degli ultimi anni
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’azienda si trovò ad affrontare la ricostruzione parziale degli stabilimenti per un incendio che avvenne nel 1946. Questo evento è stato alla base di un nuovo inizio, che portò ad una maggiore attenzione alla produzione di penne rivestite in metallo.
Nel 1947 l’azienda cambiò nome, diventando Elmo – Montegrappa. Durante gli anni ’50, la plastica prese il posto della celluloide, che veniva utilizzata solo per le penne più economiche. Dopo un periodo di continuità, Montegrappa si distinse negli anni ’90 come uno dei principali produttori di penne in metallo e argento. Nel 2000 l’azienda fu acquisita dal gruppo Richemont, proprietario anche di Montblanc. Poi, nel 2009, è stata riacquistata dalla famiglia Aquila.