Tra il 1870 e 1880 il pittore macchiaiolo ritrasse alcune scene di vita militare della battaglia di Custoza.
Alla fine del 1876 Giovanni Fattori iniziò a lavorare al quadro Quadrato di Villafranca o Battaglia di Custoza. La vasta tela, di quasi sei metri di base, fu l’opera con soggetto militare di maggior impegno del pittore livornese, la cui produzione lo occupò fino al 1880.
L’opera ritrae nelle campagne villafranchesi il 49esimo Reggimento di fanteria il 24 giugno 1866, giorno in cui si svolse la battaglia, con il principe Umberto di Savoia e il suo Stato Maggiore intenti a dirigere il fuoco dei cannoni contro la cavalleria austriaca.
Una trattazione della celebre battaglia che diede avvio alle manovre offensive della terza guerra di indipendenza italiana era però già stata intrapresa da Fattori ancora nel 1870. Le verdi colline di Custoza, infatti, furono la cornice che il pittore scelse per narrare l’episodio del ferimento del principe Amedeo, rappresentato nel momento immediatamente successivo all’arrivo dell’ambulanza.
A corollario di quest’opera maestosa, gratificata, l’8 novembre del 1878, dal grande apprezzamento espresso dal neo incoronato re Umberto I di Savoia in occasione di una visita allo studio del pittore, l’artista macchiaiolo ne dipinse altre, di dimensioni notevolmente più ridotte, ritraenti alcune scene di vita militare che precedettero la battaglia.
Una piccola tavola, infatti, raffigurante un’esercitazione di tiro, da cui prenderà poi il nome, riproduce le campagne circostanti Villafranca. Ma se il paesaggio tratteggiato nell’Esercitazione di tiro si sottrae da ogni possibile identificazione, il modesto olio su tela gode di grande considerazione in quanto costituisce uno dei primi singolari esempi della pittura “a macchia” che caratterizzerà, da lì in avanti, tutta la produzione del pittore.