La località veronese ispirò il commediografo veneziano per l’ambientazione de Il feudatario.
Scritta e rappresentata per la prima volta al Teatro Sant’Angelo di Venezia per il Carnevale del 1792, la commedia goldoniana Il feudatario segnò un’importante svolta nella produzione del commediografo. Per la prima volta nel repertorio goldoniano, infatti, i protagonisti della messinscena appartengono al contado che, custode della saggezza popolare, viene sapientemente contrapposto a quella vanesia nobiltà in declino a cui l’autore amava lanciare i suoi strali.
Ad ispirare il padre della Commedia dell’Arte fu proprio la pittoresca umanità campestre del feudo di Sanguinetto, dove egli fu chiamato, in qualità di cancelliere, a redigere un processo verbale, sorto dalla disputa tra il governatore del feudo e alcuni contadini. Da questa vicenda Goldoni prese spunto per comporre la trama della sua opera che, ambientata nel feudo di Montefosco, nome fittizio che l’autore scelse per riprodurre la località della Bassa Veronese, godette di un eccezionale successo di pubblico, tanto da essere rappresentata anche al di fuori del contesto teatrale italiano, con numerose repliche in Austria e in Germania.