Vicolo Borelle, a pochi passi dall’Arena, deve il suo nome ad un antico gioco tra le bocce e l’odierno bowling.
Vicolo Borelle, oggi rinominato Borella, mette in comunicazione via Don Enrico Tazzoli con piazzetta Municipio. La stradina, stretta e poco illuminata, fu frequentata fin dalla seconda metà del Quattrocento da ruffiani e lenoni, che erano soliti giocare alle “borelle” mentre le prostitute esercitavano la loro professione in Arena, a pochi metri di distanza. La zona, oggi salotto di Verona, era infatti malfamata e godette di pessima reputazione fino al 1537, anno in cui si sancì l’allontanamento delle prostitute dagli arcovoli, che furono dunque affittati ad artigiani e commercianti.
L’impiego ludico di questo angusto vicolo, però, fu più longevo, anche grazie alla sua conformazione compressa e allungata. Il gioco delle “borelle”, attestato nel Veneto ma anche a Milano e a Brescia, deriva dal termine “borèla” o “burèla” e indicava una grossa e pesante boccia, generalmente in legno, che veniva lanciata verso dei birilli, detti “zoni”. Il gioco, molto simile alle bocce e in voga nelle campagne venete fino ai primi decenni del Novecento, corrisponde approssimativamente all’odierno bowling.