L’olio di scorpione scaligero, molto adoperato nella medicina cinquecentesca, era tra i più rinomati.
Un’iscrizione latina, riportante la scritta “oglio de schorpioni del Matioli perfetissimo”, è murata nella parete che, da Piazza Broilo, conduce su Ponte Pietra attraverso l’omonima via.
A questa altezza, infatti, era presente una nota farmacia, nella quale era possibile acquistare un particolare unguento, molto impiegato nella medicina del Cinquecento, ricavato dalla macerazione degli scorpioni. La ricetta, elaborata dal medico senese Pietro Andrea Matioli, come ricorda l’iscrizione a Ponte Pietra, prevedeva infatti l’utilizzo di venti di questi artropodi velenosi che, una volta riposti in un vaso, dovevano essere ricoperti da due libbre di olio di mandorle amare ed esposti al sole per una durata di trenta giorni. Il prodotto oleoso ricavato da questo procedimento era adoperato per porre rimedio a diversi malesseri, dai dolori provocati dalla presenza di calcoli renali alle irritazioni cutanee cagionate dalle punture di insetto.
Dato il delicato maneggiamento della materia prima animale, che doveva essere inserita nel recipiente ancora viva, l’olio di scorpione non era prodotto in tutte le spezierie ma solo in farmacie specializzate, tra cui quella scaligera, la quale divenne uno dei punti di riferimento per la produzione e il reperimento di questo prodigioso unguento medicale.