Due le placche d’ottone posizionate lo scorso maggio in via Duomo e in via Stella per ricordare gli ebrei veronesi vittime del nazismo.
Sono dedicate a Gilda Forti e Tullio Basevi le prime due pietre d’inciampo di Verona, posizionate rispettivamente in via Duomo, al civico 5, e in via Diaz, al numero 6. Gilda, di professione impiegata, e Tullio, che era invece insegnante di canto e maestro d’orchestra, erano cugini. Nonostante l’interdizione dal lavoro e le numerose limitazioni imposte alla quotidianità di un cittadino ebreo, Gilda e Tullio furono inizialmente risparmiati dalle camicie nere e dalla polizia locale. Furono poi denunciati da un cameriere e infine prelevati dalle SS per essere deportati nel campo di concentramento di Flossenbürg, dal quale non fecero più ritorno.
Il proposito di non far dimenticare le storie di Gilda e Tullio, così come quelle di altri milioni di ebrei, nasce proprio in Germania. L’idea di incorporare nel selciato stradale delle città queste placche d’ottone riportanti i nomi dei deportati nei campi di sterminio nazisti, infatti, è nata dalla volontà dell’artista tedesco Gunter Demnig di creare una memoria diffusa nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee. Partita a Colonia nel 1992, l’iniziativa è arrivata in Italia nel gennaio del 2010, con l’installazione delle prime pietre a Roma, per approdare infine a Verona nel maggio del 2022, con la collocazione delle prime due pietre in due delle principali vie cittadine.
Altre due troveranno sede prossimamente in via Emilei, al civico 24, in ricordo di Lina Arianna e Ruggero Jenna ma sono ben trecentoundici i veronesi che, per motivi razziali o politici, furono deportati e assassinati nei campi di concentramento nazisti.