Via Mefistofele, nel quartiere di Santa Croce a Verona, deve il suo nome alla celebre opera di Arrigo Boito.
Così come altre strade di Verona, anch’esse nel quartiere di Santa Croce, via Mefistofele deve il suo toponimo ad una celebre opera teatrale, scritta e musicata da Arrigo Boito, che si ispirò per la sua composizione al “Faust” di Goethe. Accusato di eccessivo “wagnerismo” dopo l’insuccesso della prima rappresentazione del 1868 alla Scala di Milano, Boito fu costretto a rimaneggiare la partitura in modo radicale, con tagli drastici. Operazione che costò all’autore anni di tormentata revisione.
Nel 1878, dieci anni dopo il fiasco del debutto milanese, Boito portò al Teatro Filarmonico di Verona l’opera rivisitata, sensibilmente snellita, che fu un vero e proprio trionfo. Il successo della replica veronese portò ad un lungo e proficuo sodalizio tra la città e l’opera. E in particolar modo con il Festival Lirico areniano, che mise in scena ben sette edizioni del “Mefistofele”. Tra le sue messinscene più famose si ricordano quelle del 1920, che registrò consensi entusiastici grazie alle interpretazioni di Nazzareno De Angelis e Aureliano Pertile, nei panni rispettivamente di Mefistofele e Faust, e del 1954, con Maria Callas nelle vesti di Margherita, che segnò l’ultima apparizione della “Divina” all’Arena di Verona.