La Divina celebrò nel quartiere Filippini il suo primo matrimonio.
Dopo averla ascoltata in un provino nella sua casa newyorkese, il direttore artistico dell’Arena di Verona, il tenore e impresario teatrale Giovanni Zenatello, decise di assegnare alla giovane soprano di origine greca la parte principale de La Gioconda di Amilcare Ponchielli, opera inaugurale della stagione lirica areniana del 1947.
Ma a credere nel talento di Maria Callas non fu solo Zenatello ma anche l’imprenditore veronese Giovanni Battista Meneghini, titolare di una fiorente industria di laterizi, che conobbe la cantante pochi giorni dopo il suo arrivo a Verona.
Nonostante i ventotto anni di differenza, il fermo proponimento di non abbandonare la propria religione ortodossa e gli aspri dissapori creatisi con la maggior parte della famiglia dell’industriale, il 21 aprile 1949 Maria Callas sposò Meneghini nella sagrestia della chiesa di San Fermo Minore di Brà, nel quartiere Filippini di Verona, con la sola presenza della madre dell’imprenditore.
Dopo il matrimonio Meneghini lasciò la guida della sua azienda, dedicandosi da quel momento in poi, in qualità di suo agente, unicamente alla carriera della moglie, che fu naturalizzata italiana con il nome di Sofia Cecilia Kalos.
Nei periodi di pausa che intercorsero tra le tournée di concerti della Divina, i due coniugi vissero fino al 1959, anno in cui la soprano si separò dal marito per l’armatore greco Aristotele Onassis, a Sirmione, a Villa Giannantoni, oggi ribattezzata per questo Villa Callas.