L’ingegnere veronese Enrico Bernardi realizzò nel 1884 il primo veicolo con motore a benzina della storia.
Dopo aver ottenuto il brevetto industriale per il tipo di motore a scoppio a quattro tempi da lui progettato e realizzato anticipando di qualche mese gli ingegneri tedeschi Karl Benz e Gottlieb Daimler, nel 1884 Enrico Bernardi realizzò per il figlio Lauro di cinque anni un veicolo a triciclo in legno, il quale fu azionato per mezzo di un motore a benzina nelle strade della frazione di Quinzano. Il congegno era dotato di un cambio a tre marce più la retromarcia e di uno sterzo a sette aste per poter girare agevolmente le ruote. L’invenzione di Bernardi, presentata all’Esposizione internazionale di Torino dello stesso anno e per la quale fu premiato con la medaglia d’oro, aprì la strada alla motorizzazione moderna.
Nel 1896 l’inventore veronese entrò in società nella Miari & Giusti, prima azienda automobilistica italiana, avviata da due giovani ingegneri padovani con lo scopo di industrializzare il prototipo di Bernardi, del quale produssero prima il modello a triciclo e poi uno spider a quattro ruote di 2.5 cavalli di potenza e che poteva raggiungere i 35 chilometri orari.
Fortemente voluto da Giovanni Agnelli, Bernardi collaborò poi alacremente con la Fiat per tutto il primo ventennio del Novecento fino alla sua morte nel 1919. A raccogliere l’eredità paterna fu il figlio Lauro, il quale fu assunto dalla storica azienda automobilistica torinese come tecnico specializzato.
Alcune delle macchine dell’ingegnere veronese sono ora visibili al Museo Nicolis di Villafranca e presso la sede dell’Automobile Club di Verona, al quale il Museo di Storia Naturale ha concesso in prestito la Vetturetta Bernardi originaria, prima dei cinque ultimi esemplari rimasti delle circa cento prodotte dalla Miari & Giusti nel 1894.