La località dell’est veronese, sorta su una strada consolare romana, è oggi conosciuta come Belfiore.
Il singolare toponimo di eco pasoliano trae le sue origini in tempi ben antecedenti rispetto a quelli in cui si muoveva il provocatorio regista bolognese. Il nome del paese, infatti, deriverebbe dal luogo della sua fondazione, avvenuta sulla strada Porciliana, l’antica via consolare romana realizzata da Publio Porcilio che collegava Verona con il mare Adriatico. Secondo altre fonti, invece, fu proprio la strada Porciliana, precedentemente chiamata Berengaria, in quanto costruita per volere dell’imperatore Berengario I, ad ereditare il nome dalla località che attraversava, denominata per l’appunto Porcile.
Nel 1547 gli abitanti del comune fecero istanza al Consiglio dei Dodici di Verona affinché il nome della località fosse cambiato da Porcile a Belfiore, toponimo di una contrada del paese. Il nome Porcile, però, continuò a comparire a fianco dell’attuale denominazione e venne definitivamente abbandonato solo tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, con la riforma amministrativa napoleonica, grazie alla quale assunse, rientrando nel dipartimento dell’Adige, il nome di Belfiore d’Adige.
L’attuale designazione si sancì solo con il Regio Decreto dell’11 agosto del 1867 firmato da re Vittorio Emanuele II, che, su proposta del Ministro dell’Interno, aveva recepito la delibera dal consiglio comunale di Belfiore di Porcile il 20 maggio precedente.