La stufetta per l’autunno.
Con l’arrivo dei primi freddi, bisogna pensare a come scaldare gli ambienti di casa: e cosa c’è meglio di una pratica stufetta? In attesa di accendere il riscaldamento vero e proprio, infatti, può essere la soluzione perfetta. Non solo un oggetto gradevole e anche economico, che non guasta mai, per riscaldarsi. Le stufe più moderne si trovano a metà strada tra la tecnologia e l’estetica: fanno arredamento e nello stesso tempo regalano esperienze di vita biocompatibili.
Certo, è necessario scegliere la soluzione più adatta. Con un occhio di riguardo all’ambiente e alla sostenibilità. Recenti studi hanno permesso di rivalutare, tra le altre cose, antichi materiali utilizzati nei Paesi freddi, come la pietra ollare che permette di prolungare il tempo di cessione del calore fino a dodici ore. E c’è un punto delle nuove tecnologie che va sicuramente sottolineato.
Stufetta biocompatibile.
L’inquinamento dell’aria è uno dei nodi più drammatici: la principale preoccupazione dei costruttori è garantire che dal comignolo escano scarichi il più possibile puliti, un risultato che oggi si può ottenere con l’accorgimento tecnico della doppia combustione. In parole povere, i gas prodotti dalla grande fiamma tradizionale vengono forzati a ritornare nella zona di combustione, in modo da bruciare le particelle nocive in una seconda fiammata sovrapposta alla prima.
Il riscaldamento a infrarossi.
La tecnologia è, comunque, sempre alla ricerca di nuove soluzioni. Tra queste, merita di essere ricordato anche il riscaldamento a infrarossi. Il principio che regola il riscaldamento ad infrarossi è molto semplice. L’elemento di resistenza elettrica all’interno del pannello si riscalda per mezzo della corrente elettrica e successivamente viene riscaldata la superficie della piastra anteriore tramite la quale si crea la lunghezza d’onda di energia in infrarosso. Si tratta di un’energia che una volta entrata in contatto con qualsiasi cosa si trasforma in calore andando a riscaldare qualsiasi superficie.
Le onde di calore che riscaldano la parte superiore della parete, del pavimento e del soffitto vengono assorbite dai muri delle stanze in cui è installato il pannello e questa energia viene in buona parte nuovamente irradiata nel locale andando a creare una temperatura confortevole. Rispetto ai tradizionali termosifoni il riscaldamento a infrarossi elimina un passaggio: i raggi riscaldano direttamente le persone e gli oggetti senza riscaldare l’aria. Lo svantaggio, in questo caso, è che si tratta di un riscaldamento di tipo esclusivamente direzionale. Questo vuol dire che si sente maggiore o minore calore a seconda che ci si trovi o meno nel raggio d’azione dell’irraggiamento.
Provate per voi.
La tecnologia ceramica a basso consumo energetico