L’Italia, si sa, non è il paese migliore per tasse e burocrazia. Anche il settore immobiliare ne è coinvolto con tributi come l’imposta catastale, l’imposta ipotecaria e l’imposta di registro.
Questi sono dovuti ogni qual volta si fa un’operazione presso il registro del catasto, non solo di compravendita ma anche di successione o donazione.
Queste imposte si compongono di due elementi fondamentali che sono l’aliquota e la base imponibile. È proprio dal calcolo di quest’ultima che bisogna partire per conoscere la rendita catastale dell’immobile, ovvero il valore di reddito che viene attribuito e utile per il pagamento delle relative imposte.
Conoscere l’esatta rendita catastale del proprio immobile è quindi di fondamentale importanza per non vedersi addebitate più tasse del dovuto. A tal proposito Dove.it, una delle agenzie immobiliari più affidabili in Italia, offre sul suo sito una guida semplice ed esaustiva per avere tutte le informazioni che occorrono al calcolo corretto.
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Una volta conosciuta la base imponibile dell’imposta sarà sufficiente moltiplicarla per l’aliquota, che è di solito pari al 1% del valore dell’immobile o comunque della cifra dichiarata nell’atto.
Ovviamente ci sono casi di esenzione e casi di deroga.
I casi di esenzione, in cui l’imposta di registro non deve essere pagata, sono per atti fatti nell’interesse dello Stato o per trasferimenti a titolo gratuito verso Stato, Regioni, Province, Comuni, enti pubblici, fondazioni e Onlus.
I casi di deroga, invece, riguardano la prima casa per la quale si paga un importo fisso di 50 euro di imposta catastale, 50 euro per quella ipotecaria e il 2% per quella di registro, se si compra da un privato.
Se invece si compra da un’impresa costruttrice si dovrà pagare 200 euro per ciascuna di queste imposte, oltre all’iva agevolata del 4%.
In caso di seconda casa invece, se si compra da privato le imposte catastali e ipotecarie saranno di 50 euro l’una e quella di registro del 9%. Se a vendere è un’impresa costruttrice, le tre imposte saranno di 200 euro l’una e l’Iva al 10%.
L’imposta catastale va pagata da chi richiede la voltura dell’immobile, di solito l’acquirente, che dovrà utilizzare il modello di pagamento F24 inserendo il codice tributo 1531. Fortunatamente spesso è il notaio che si occupa del pagamento, addebitando poi le spese al cliente.