I sindaci lanciano l’appello alle istituzioni: “Finanziate i lavori per il collettore del Garda con il Pnrr. L’intervento è urgente”.
La realizzazione del nuovo collettore del Garda non deve essere fermata: è questo l’appello unanime lanciato dai sindaci della comunità del Garda di Veneto, Trentino e Lombardia, che chiedono alle istituzioni di impegnarsi a recuperare i finanziamenti per poter completare i lavori: “L’opera complessiva, così come è stata progettata e si sta realizzando, non deve essere rallentata né essere messa in discussione. Ulteriori ritardi non fanno altro che aumentare i potenziali ed attuali rischi per l’ambiente, la salute del lago, per il territorio, per l’economia e per il turismo. Già troppo tempo si è perso e non è certo il momento di frenare, ma anzi è quello di lavorare affinché l’opera venga realizzata nel minor tempo possibile”.
“È necessario ora impegnarsi al fine di recuperare energie e finanziamenti, perché con il prossimo appalto le risorse finanziarie pubbliche destinate alla sponda veronese termineranno e pertanto, con il sostegno economico delle Regioni, occorre produrre ogni sforzo per fare in modo che l’opera sia finanziata dal Pnrr. Lanciamo un accorato appello ed un forte richiamo alla responsabilità al Governo, a tutte le forze politiche, ai parlamentari ed ai Consiglieri regionali di Veneto, Lombardia e di Trento, affinché siano al loro fianco al fine di reperire le risorse necessarie per la realizzazione dell’intera opera”.
Questa la dichiarazione di Angelo Cresco, presidente Azienda Gardesana servizi: “Il documento unitario, sottoscritto da tutti i sindaci, rappresenta appieno l’atteggiamento della comunità del Garda. Questa è la miglior risposta alla provocazione della demenziale denuncia presentata. Con questo documento si ribadisce la posizione, più volte assunta dall’azienda e dai sindaci suoi soci”.
“Si rischia un forte inquinamento del lago”
“Confermiamo la necessità e l’urgenza dell’intervento di riqualificazione del sistema di depurazione del Garda”, continua l’appello dei sindaci, “in quanto il pericolo potenziale esiste ed è attuale, anche e soprattutto alla luce della sismicità del territorio. Il lento ricambio delle acque lacustri (26 anni) impone di non creare situazioni di pericolo di inquinamento, fatto che la presenza della condotta sublacuale principale Maderno-Torri del Benaco e delle tante altre condotte sublacuali ad essa connesse, costituisce.
Proprio per tali motivi, i docenti incaricati dal Ministero hanno posto come condizione fondamentale la soppressione delle sublacuali ed escluso il lago come corpo recettore delle acque reflue. La necessaria manutenzione periodica della condotta sublacuale ad onere e a cura di Acque Bresciane, testimonia il fatto che la stessa deve essere dismessa. Ciò premesso, i sottoscritti sindaci, sollecitano le autorità competenti a procedere senza indugio alcuno alla realizzazione del progetto e delle opere”.