Paolo Crepet insegna a “Mordere il cielo” e presenta la sua conferenza al Teatro Romano a Verona.
Paolo Crepet, rinomato psichiatra, sociologo, educatore, saggista e opinionista italiano, sarà a Verona al Teatro Romano. Venerdì 28 giugno porterà in scena la sua nuova conferenza spettacolo intitolata “Mordere il Cielo”.
Dopo il trionfo ottenuto con “Prendetevi la luna” nella scorsa stagione teatrale invernale, che ha registrato il sold out in tutte le tappe, Crepet ritorna sul palco con un evento dedicato al suo ultimo libro.
La sua conferenza spettacolo promette di essere un viaggio emozionante nel mondo della psicologia e della sociologia, arricchito dalle profonde riflessioni e dalle analisi acute che contraddistinguono il suo lavoro.
Crepet, con la sua straordinaria capacità comunicativa, saprà coinvolgere il pubblico e offrire spunti di riflessione su temi fondamentali legati alla vita e alla società contemporanea. L’attesa per “Mordere il Cielo” è palpabile, e l’entusiasmo del pubblico è alle stelle in attesa di assistere a questo nuovo e avvincente capitolo dell’opera di uno dei più stimati intellettuali italiani.
Parola di Crepet.
“Inutile negarlo, girarci attorno. Viviamo tra nuove guerre, migrazioni di massa, povertà che si ammassano nelle grandi città, vecchie e nuove droghe dilagano, ansie e angosce trovano insuete espressività. Come se un’antica cicatrice interiore fosse tornata a condizionare il tempo presente.
Eppure molti continuano a cercare, forse proprio perché l’eclissi della ragione coglie un’umanità sempre più smarrita. Proprio adesso che una parte del pianeta pensava di aver conosciuto benessere e allungamento della vita, mi chiedo dove siano andate a finire le nostre emozioni, perché in tanti tendono a relegarsi in una solitudine che accomuna giovani e adulti, vecchi e bambini. Siamo all’età dell’insensibilità?
Il rischio c’è ed è sempre più forte. Occorre parlare di questa potenziale eclissi di una parte della nostra sfera emotiva, le complicità e le omissioni che tendono a tradire l’identità più profonda di ogni essere umano. Per tornare a “mordere il cielo” occorre ritrovare il coraggio di nuove eresie, rinnovare ribellioni per inseguire le nostre unicità, diffidando di quella grigia normalità dietro la quale si nasconde il sinistro rumore della neutralizzazione dell’anima”. (P. Crepet)