Al palasport di Verona l’evento presieduto da Andrea Guarelli, veronese a capo dell’Associazione internazionale kobudo. E ora appuntamento al 2031.
Un unico tatami di quasi mille metri quadrati ha ricoperto la superficie del palasport di Verona per tre giorni, trasformando il tempio dello sport cittadino in un grande dojo internazionale.
A confrontarsi sui 940 pannelli stesi a terra, sono stati centoventi atleti provenienti da Stati Uniti, Australia, America Latina, Unione Europea e molte regioni italiane. E sullo Shinzen- il punto in cui vengono posti i ritratti degli antichi maestri- un unico volto: quello di Shinpo Matayoshi, fondatore del “karate con armi bianche”, al quale si deve tanto della diffusione delle arti marziali di Okinawa in Occidente.
A voler celebrare i suoi cento anni dalla nascita, l‘International Matayoshi Kobudo Association presieduta dal maestro Andrea Guarelli, 8° dan di karate e kobudo, unico italiano ad essere stato allievo diretto di Shinpo Matayoshi. Un evento fortemente voluto dalla sua scuola, concluso dandosi appuntamento al 110° anniversario nel 2031 e sostenuto dal patrocinio della Regione Veneto, del Comune di Verona, di AGSM Aim e di ASC Verona.
Appuntamento al 2031 per il 110°anniversario.
Per la tre giorni veronese, le antiche armi tradizionali di Okinawa hanno dunque congedato canestri e palle da basket dell’Agsm Forum per ripercorrere le tecniche dell’antica disciplina del kobudo. Bastoni, remi, falcetti e tridenti si sono mossi seguendo i rigorosi comandi di Tsuneo Shimabukuro, settantasei anni, 10° dan– il più alto possibile- presidente della federazione di Kobudo della prefettura di Okinawa. L’ospite d’eccezione che ha aperto gli allenamenti ricordando in un aneddoto lo spirito e lo stile di Shinpo Matayoshi:
“Senza considerare quello che allora era il mio livello, mi feci coraggio e chiesi al maestro di poter eseguire ad un’importante dimostrazione, alcune figure tecniche dalle quali ero stato molto colpito. Lui accolse la mia richiesta con un sorriso e io ricordo chiaramente che mi offrì tutte le indicazioni necessarie perché potessi esibirmi senza problemi. Sono molto fortunato. Shinpo Matayoshi credeva profondamente nella filosofia del kobudo e insegnava in maniera logica e ordinata”.
“L’intento di ricordare Shinpo Matayoshi in un contesto internazionale basato sulla competenza, sull’amicizia e sul rispetto reciproco”, fa eco il maestro Guarelli, “è riuscito perfettamente e sono molto soddisfatto. Ci rivedremo nel 2031 per il 110° anniversario!”.