Verona, in piazza Bra venerdì contro l’odio sui social.
Ci sarà anche Damiano Tommasi, venerdì pomeriggio, in piazza Bra per l’iniziativa contro l’odio sui social “Odiare non è uno sport”, organizzata da Progettomondo. Obiettivo: attirare l’attenzione della cittadinanza sul fatto che i linguaggi d’odio non appartengono alla pratica sportiva, ma anzi ne contraddicono i principi e il senso. E stimolare la consapevolezza dei giovani sugli impatti devastanti dell’hate speech tanto online che offline, ribadendo il valore aggregativo e socializzante di una pratica sportiva rispettosa delle regole.
Questo l’obiettivo del presidio statico che, venerdì 19 marzo, tra le 15 e le 15.30, porterà in piazza Bra l’ong veronese Progettomondo con alcuni ragazzi e ragazze pronti a comporre lo slogan “Odiare non è uno sport”, ossia il nome del progetto nazionale di cui Progettomondo è partner. La pandemia e la condizione di zona rossa non bloccano l’iniziativa programmata in occasione della Giornata internazionale contro il razzismo, e a sostenerla, nel rispetto delle norme e del distanziamento fisico, sarà presente in Bra anche il noto dirigente sportivo ed ex calciatore italiano Damiano Tommasi.
L’allenatore di pallacanestro Franco Marcelletti aderirà invece con un contributo da remoto. Simili momenti di mobilitazione giovanile creativa si terranno in 10 città italiane, per rilanciare in contemporanea la scritta Odiare non è uno sport e contribuire a un “Flash Mob online” e corale.
Secondo una ricerca realizzata dal Centro Coder dell’Università di Torino, che ha monitorato per 3 mesi i social network delle principali testate sportive italiane, l’hate speech è ormai una componente strutturale delle conversazioni sportive, potenziata dai meccanismi virali della comunicazione digitale. Su 4.857 post analizzati, per un totale di oltre 443mila commenti alle pagine Facebook delle cinque principali testate giornalistiche sportive nazionali (Gazzetta dello Sport, TuttoSport, Corriere dello Sport, SkySport, Sport Mediaset), emerge che tre post su quattro ricevono commenti che contengono una qualche forma di hate speech.