Verona fa i conti con i dazi Usa: “Sarà una batosta”. Riello: “Un macigno”

Vino veronese nel mirino dei dazi Usa: “Dobbiamo prepararci ad affrontare delle conseguenze”.

I nuovi dazi imposti dagli Usa sulle merci europee stanno creando forte preoccupazione a Verona, soprattutto nel settore vinicolo. L’annuncio di Trump ha confermato l’applicazione di una tariffa del 20% sulle importazioni di vino italiano, una misura che rischia di colpire duramente le cantine veronesi. Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato extraeuropeo per i vini della Valpolicella e per l’Amarone, con un valore di quasi 600 milioni di euro, pari al 20% dell’export vinicolo regionale del 2023.

Le reazioni del settore vinicolo.

Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Verona, esprime tutta la sua preoccupazione: “Speravamo di essere nuovamente graziati, ma questa decisione avrà conseguenze per tutti, americani compresi. Ogni barriera doganale rappresenta un danno per l’export e per i consumi”.

Uno degli effetti immediati è stato il blocco di molti ordini da parte degli importatori americani, in attesa di chiarimenti. Ma una speranza arriva dalle prime reazioni positive degli operatori del settore. “I feedback ricevuti dagli Stati Uniti indicano che gli ordini congelati potrebbero sbloccarsi nei prossimi giorni”, afferma Piergiovanni Ferrarese, presidente della sezione vino dei Giovani di Confagricoltura.

I dazi al 20%, seppure pesanti, sono un compromesso meno drastico rispetto all’ipotesi iniziale di un rincaro del 200%, che avrebbe di fatto azzerato l’export italiano.

Ferrarese sottolinea l’importanza di mantenere saldi i rapporti con gli importatori americani: “Le cantine veronesi hanno costruito legami di fiducia negli anni, ora è fondamentale consolidarli per evitare di perdere un mercato così strategico“. Nel lungo periodo, il settore auspica che l’Unione Europea intervenga con misure di sostegno, sia attraverso aiuti diretti ai produttori, sia con campagne di promozione per rafforzare il brand Made in Italy nel mondo.

Le preoccupazioni di Confcommercio Verona.

L’allarme per i dazi non riguarda solo il vino. Secondo Confcommercio Verona, le tariffe doganali Usa potrebbero avere effetti negativi su diversi settori produttivi, tra cui alimentari, acciaio, alluminio, auto e farmaceutici. Il presidente Paolo Arena avverte: “Il rischio è un aumento del costo delle materie prime, una riduzione dell’export e un impatto negativo sull’occupazione. Se questa guerra commerciale si intensificasse, l’intera economia ne risentirebbe“.

Anche il direttore generale Nicola Dal Dosso evidenzia i potenziali effetti a catena: “Prima i prezzi saliranno, poi si assisterà a una riduzione del commercio mondiale, con conseguente calo dei consumi e possibili effetti recessivi”.

L’auspicio di Confcommercio è che il governo italiano e l’Unione Europea riescano a trovare una soluzione diplomatica per evitare una vera e propria crisi economica. “Usa e Ue sono partner storici, il dialogo è essenziale per scongiurare scenari peggiori. Dobbiamo prepararci ad affrontare delle conseguenze“, conclude Dal Dosso.

Riello: “Passo indietro per l’export veronese”.

“I dazi al 20% sul terzo mercato di sbocco per l’export veronese rappresentano a vario titolo un passo indietro – ha detto il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Riello – non solo per le nostre imprese ma anche per la nostra economia. Un macigno che peserà  sul potere d’acquisto delle famiglie. Sarà importante condividere con il Governo e le istituzioni eventuali misure compensative e portare avanti, in ambito comunitario negoziazioni con l’amministrazione Trump per ridurre l’impatto delle nuove tariffe”.