Confagricoltura: vendemmia alle porte, calo generalizzato della quantità di almeno il 10%. “Aumentano i costi, attenzione ai mercati”.
Sono giorni cruciali per il settore vitivinicolo. Se in alcune zone d’Italia la vendemmia è già in corso, eventuali piogge entro Ferragosto potrebbero essere decisive per definire l’annata 2022: questo è il momento dell’ultima maturazione delle uve, che hanno sofferto l’estrema siccità della stagione. In Veneto i vigneti senza irrigazione sono in una situazione drammatica a cui si unisce la problematica della Flavescenza dorata in particolare per i bianchi.
Le prime considerazioni raccolte da Confagricoltura concordano su un calo generalizzato dei livelli quantitativi di almeno il 10%, più accentuato laddove ci sono state grandinate, mentre sulla qualità, mai come quest’anno si conferma determinante l’attenta gestione agronomica del vigneto.
Dal 2003, l’annata che ha segnato la svolta climatica con conseguenze evidenti sulle produzioni, l’intero settore primario e il suo indotto investono affinché il comparto vitivinicolo possa affrontare senza gravi conseguenze gli effetti del cambiamento climatico. Quindi, anche di fronte a stagioni difficili come questa, la qualità non sarebbe in discussione.
Focus sui mercati di esportazione.
“In prospettiva, alla luce della situazione economica attuale”, afferma il presidente della Federazione nazionale vino di Confagricoltura, Federico Castellucci“, è ragionevole immaginare nel medio periodo un rallentamento del mercato del vino con minori scambi in volume e valore più contenuto. I consumatori potrebbero cominciare a rallentare l’acquisto di beni non di prima necessità, come il vino, anche nella grande distribuzione organizzata”.
“La migliore reazione per il settore vitivinicolo italiano”, secondo Confagricoltura, “è essere ancora più concentrati sui mercati di esportazione, sia europei, sia di Paesi terzi, come USA, Canada, ma anche del Sud est asiatico, dove il nostro Paese è molto competitivo per il buon rapporto qualità/prezzo e per l’estrema varietà di prodotto, che da sempre è il punto di forza della nostra viticoltura. La consolidata immagine del vino italiano, sostenuta da opportune campagne di comunicazione dovrebbe permetterci di affrontare positivamente questa sfida a livello internazionale”.